Scuole chiuse e niente rischi per i nonni: quando l’unica salvezza sono le baby sitter
Con la chiusura delle scuole in tutta Italia sono oltre 8 milioni i bambini che resteranno a casa fino al 15 marzo a causa delle misure prese dal governo per il contrasto alla diffusione del coronavirus. La scelta, ritenuta dagli esperti necessaria per salvaguardare il sistema sanitario nazionale, determina però innegabili inconvenienti e disagi per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e non possono rimanere a casa. Il governo, tramite il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti, ha fatto sapere che sta pensando a voucher baby sitter e congedi per i genitori.
“Sto pensando a possibilità di sostegno per i costi delle baby sitter, con i voucher, si tratta di proposte per le quali ci sono in corso valutazioni economiche”, ha detto Bonetti in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital. “Anche i nonni che sono così preziosi nel welfare della nostra società e oggi vanno tutelati, quindi dare anche la possibilità di evitare troppo contagio tra i bambini e i nonni, con congedi straordinari per i genitori. Sono misure che si dovranno attivare fin da ora”, ha spiegato la ministra.
Scuole chiuse, l’opzione baby sitter
Per i genitori che non possono restare a casa e non possono lasciare i bambini ai nonni (o magari non vogliono, per tutelarli dai possibili rischi legati al coronavirus), l’unica opzione resta quella di contattare una baby sitter, e sobbarcarsi i relativi costi. La tendenza è già realtà: “Le richieste di baby-sitter nell’ultima settimana (dal 27 febbraio ad oggi) in Italia sono cresciute del 17 per cento sul nostro sito”, ha detto all’Adnkronos Jules Van Bruggen, fondatore e titolare di Sitly, una piattaforma che mette in contatto genitori e baby-sitter e che oggi in Italia conta oltre 700mila iscritti.
E per quanto riguarda i costi? Ipotizzando un servizio di babysitting per cinque ore al giorno (anche se per i bambini che frequentano le scuole a tempo pieno le ore sarebbero necessariamente di più) e per cinque giorni alla settimana, in concreto, le famiglie rischiano di dover spendere tra oggi e il 15 marzo circa 280 euro in più.
Il costo medio per una babysitter, infatti, secondo i dati pubblicati dalla piattaforma Yoopies, che incrocia domanda e offerta di servizi di assistenza all’infanzia, a settembre 2019, è di circa 7,90 euro all’ora (anche se il costo varia in base alla regione e alla qualifica della persona). Calcolando almeno 7 giorni lavorativi tra oggi e il 15 marzo, il calcolo è presto fatto.
Senza contare che le scuole di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, le più colpite dall’emergenza coronavirus, sono state chiuse da lunedì 24 febbraio, per cui il periodo di tempo da coprire per le famiglie è ben più lungo e che, laddove la misura del governo dovesse essere prorogata anche oltre il 15 marzo, le difficoltà per le famiglie potrebbero farsi pressanti.
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