Rimossa la scritta Casapound, Sgarbi contro Raggi: “Zucca vuota”
“È un atto di pura barbarie quello perpetrato dalla depensante Virginia Raggi che, per riportare ‘legalità’ a Roma pratica l’iconoclastia, in puro stile hitleriano, cancellando, come minacciava la Boldrini, non il nome del Duce, ma il nome di un grande poeta, Pound, che ha pagato per le sue idee, e che rappresenta un pensiero, un’identità, oggi scevre di ogni significato politico, al cui confronto il pensiero di Grillo, della sindaca di Roma e dell’immondizia dei 5 stelle, è come la merda rispetto all’oro”.
Le parole, durissime, arrivano dal critico d’arte Vittorio Sgarbi che se la prende con la sindaca di Roma Virginia Raggi, dopo l’effettiva rimozione della scritta Casapound dalla sede del movimento.
La rimozione è avvenuta martedì 6 agosto. La scritta in marmo Casapound campeggiava sulla facciata dello stabile che era stato occupato nel 2003. La decisione è arrivata dopo la notifica della sanzione da parte del Campidoglio, che aveva chiesto la rimozione della scritta in quanto abusiva. La sindaca Virginia Raggi a giugno aveva inviato una lettera al comandante della Polizia di Roma Capitale chiedendo di avviare le procedure per la rimozione.
Attualmente un lenzuolo bianco copre la parte della facciata. Se il movimento non avesse provveduto da solo a togliere la scritta sarebbe scattata la rimozione coatta da parte degli agenti della Polizia locale, rimozione prevista domattina per lo scadere del tempo concesso dal Comune capitolino.
Poco sopra quello che resta della scritta è stato esposto uno striscione che recita: “Questo è il problema di Roma”.
Sulla rimozione della scritta CasaPound Sgarbi durissimo contro Raggi, ha anche aggiunto: “A una zucca vuota come Virginia Raggi la parola ‘poesia fa paura. Ma lei e i suoi simili pagheranno tutto, destinati come sono a scomparire, a tornare dal nulla di cui provengono”.
Nello stile che lo contraddistingue, Sgarbi non risparmia un colpo, ed esorta a rimontare la scritta: “Esorto gli amici di Casa Pound a rimontare, in nome della libertà di pensiero che la Costituzione garantisce, l’innocua scritta che esalta un poeta, anche solo con un adesivo nero, sulla traccia dello scritta abrasa da questi pornografi della politica. Che siano maldetti. Perché il nome della Raggi sparisca non ci sarà bisogno di cancellarlo”.
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