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    Sciopero nazionale dei treni, circolazione a rischio nel weekend 6-7 luglio

    Credit: AGF
    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 3 Lug. 2024 alle 10:58

    Il primo weekend di luglio si rischiano disagi nella circolazione ferroviaria in Italia. I sindacati Cub, Sgb e Uilt-Sgk hanno proclamato infatti uno sciopero nazionale di 24 ore del personale del trasporto ferroviario dalle 21 di sabato 6 luglio alle 21 di domenica 7 luglio. Saranno interessate le linee del Gruppo Fs Italiane, Trenitalia, Italo, Trenord e i treni Sad.

    I treni potrebbero subire “cancellazioni o variazioni”, si legge sul sito di Trenitalia, dove si precisa che “l’agitazione sindacale può comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione”. Trenitalia assicurerà comunque i servizi minimi di trasporto in base alle tabelle consultabili sul suo sito.

    “Poiché in corso di sciopero si potrebbero verificare variazioni non preventivabili (ad esempio una modifica di itinerario per i treni a lunga percorrenza), è importante prestare la massima attenzione ai comunicati diffusi nelle stazioni e dagli organi d’informazione”, sottolinea Trenitalia.

    “I treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arrivano comunque alla destinazione finale se è raggiungibile entro un’ora dall’inizio dell’agitazione sindacale. Trascorso tale periodo, i treni possono fermarsi in stazioni precedenti la destinazione finale”.

    I viaggiatori che intendono rinunciare al viaggio, spiega ancora Trenitalia, possono chiedere il rimborso: tale opzione, per i treni Intercity e Frecce, è possibile a partire dalla dichiarazione di sciopero fino all’ora di partenza del treno prenotato, mentre per i regionali il rimborso può essere chiesto fino alle ore 24:00 del giorno antecedente lo sciopero. In alternativa, è possibile riprogrammare il viaggio “a condizioni di trasporto simili, non appena possibile, secondo la disponibilità dei posti”.

    Nel comunicato dei sindacati si fa riferimento a “un settore strategico, quello dei trasporti su rotaia” in cui  le condizioni di lavoro “sono gravemente carenti, in particolare dal punto di vista delle garanzie in materia di sicurezza con ovvie ricadute anche su quella degli utenti oltre che in generale sulla qualità del servizio”.

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