Saviano fuori dalla Rai: “È una decisione politica, rimarrà solo Peppa Pig”
L’esclusione di Roberto Saviano dalla Rai è una “decisione politica che si inserisce nella strategia più ampia di usare le azioni giudiziarie come grimaldello per impedirti di lavorare”. A dirlo è lo stesso scrittore napoletano, commentando la cancellazione del suo programma dopo un attacco al vicepremier Matteo Salvini, definito “ministro della Mala Vita”.
“È il titolo di un libro di Gaetano Salvemini. Avevo usato questa espressione 5 anni fa e sono stato querelato”, ha ribadito Saviano in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo l’autore di Gomorra, “l’attitudine di Salvini nei confronti del Sud Italia è la stessa che Salvemini attribuiva a Giolitti: sfruttamento elettorale e scarsa attenzione ai problemi reali”.
L’accusa al leader della Lega è anche quella di tirare per le lunghe il processo contro di lui: “Il processo è bloccato perché lui non si presenta a testimoniare: avrà paura di rispondere sotto giuramento? Sul mentire, Salvini deve capire che utilizzare l’immunità parlamentare per schermarsi dai processi per diffamazione è un’arma a doppio taglio: significa ammettere che ciò che dice non vale nulla”.
“Stiamo parlando di politici violentissimi”, ha detto dopo aver citato anche Meloni, Di Maio e Minniti, “che bersagliano disperati che muoiono in mare, che dichiarano di voler affondare navi-ambulanza e definiscono queste tragedie ‘crociere’: li chiamiamo ‘birichini’? Pago io per le parole spese per attirare l’attenzione sul loro scempio”.
Lo scrittore ha anche invitato i giornalisti a risalire a “a tutte le dichiarazioni rese negli anni da chiunque abbia avuto una trasmissione in Rai, verificandone l’aderenza a un Codice etico fatto per compiacere chi, nel 2015, scrisse: ‘Cedo due Mattarella per mezzo Putin’”, un altro riferimento a Salvini. “La possibilità che in Rai resti solo Peppa Pig è alta”, ha aggiunto Saviano che ha respinto l’accostamento del suo caso a quello di Filippo Facci. “Facci ha attaccato una persona inerme per difendere il potere. Io ho attaccato il potere. In realtà l’equiparazione è una strategia politica dei media di destra che sono nelle mani di un parlamentare della Lega”.
Il suo programma Insider sarebbe stato un programma su “Don Peppe Diana, sacerdote ucciso dal clan dei casalesi, sui collaboratori di giustizia che hanno permesso di svelare importanti rapporti tra mafia e politica e tra mafia e imprenditoria. E sui giornalisti perseguitati: tra loro Rosaria Capacchione ed Enzo Palmesano, quest’ultimo è stato parte della storia di Alleanza Nazionale, poi allontanato per il suo impegno antimafia, non in linea con il nuovo corso”, ha detto nell’intervista, in cui ha affermato che l’Italia “è un paese che mette paura”.
“Mi pesa la continua diffamazione, mi pesano gli attacchi personali a opera dei media di destra”, ha ribadito. “Mi pesa questo squadrismo contro gli intellettuali – non sono il solo – fatto su mandato di una parte politica. Sono attacchi violentissimi e quotidiani che non avvengono in nessun’altra democrazia avanzata. In Europa, Media Freedom Rapid Response ha incluso le cause contro di me tra i casi ‘azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica’”.
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