Il cugino di Saman Abbas, la 18enne di Novellara scomparsa dalla fine di aprile, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia a Reggio Emilia. Il giovane, Ikram Ijaz, ha fatto però alcune dichiarazioni spontanee dicendosi estraneo alla vicenda e pronto a fornire ulteriori dettagli nei prossimi giorni. A riferirlo è stato l’avvocato Domenico Noris Bucchi al termine dell’interrogatorio.
“Ha dichiarato di non aver nulla a che vedere con la sparizione della ragazza”, ha spiegato il legale. “Ha manifestato l’intenzione di rendere dichiarazioni più approfondite al pm nei prossimi giorni”, dopo un ulteriore confronto con i suoi difensori. Gli inquirenti ritengono che Saman sia stata uccisa dallo zio con la complicità dei genitori e di due cugini perché ha rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan.
Ikram Ijaz, indagato per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, è stato arrestato a Nimes, in Francia, mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna, ed è stato estradato due giorni fa alla frontiera di Ventimiglia. Il 28enne è tra i protagonisti del video ripreso dalle telecamere di sorveglianza il 29 aprile scorso, mentre con due pale, un secchio contenente un sacchetto azzurro e un piede di porco, si allontanava nei campi per fare ritorno due ore dopo. Con lui c’erano uno zio e un altro cugino.
Saman, la commissione d’inchiesta sul femminicidio apre un’indagine
Intanto l’ufficio di presidenza della Commissione d’inchiesta sul femminicidio del Senato ha deliberato di “avviare subito un’indagine sul caso della scomparsa di Saman Abbas. “È motivo di sgomento per tutti noi – spiega Valeria Valente (Pd), presidente della Commissione sul Femminicidio e la violenza di genere – che una giovane donna possa rischiare la fine che temiamo abbia fatto Saman Abbas, soprattutto dopo aver cercato di salvarsi, chiedendo ripetutamente aiuto alle istituzioni del nostro Paese. In questa Italia, dove lei aveva scelto di vivere libera, le nostre leggi devono essere applicate fino in fondo e garantire la sicurezza a tutte le donne, di qualunque nazionalità o provenienza. Di fronte a tragedie come queste – prosegue Valente – non bastano il dolore e l’indignazione, e sono inammissibili le strumentalizzazioni politiche. Il legislatore ha il dovere di interrogarsi e di verificare se esista o meno un vuoto normativo. Come Commissione d’inchiesta cercheremo di accertare dove e come ha fallito la rete di protezione, e a questo scopo faremo tutte le audizioni necessarie e acquisiremo gli atti”.
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