Salvini Sea Watch Libia | Porto sicuro | Migranti | Tripoli
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto che la nave Sea Watch, con a bordo 53 migranti dal 12 giugno, deve sbarcare a Tripoli, in Libia.
Per la prima volta la guardia costiera di Tripoli assegna ad una nave umanitaria un porto di sbarco in Libia.
La risposta di Sea Watch
La Ong Sea Watch dal canto suo ha risposto: “Tripoli non è un porto sicuro. Riportare coattivamente le persone soccorse in un Paese in guerra, farle imprigionare e torturare, è un crimine. È vergognoso che l’Italia promuova queste atrocità e che i governi Ue ne siano complici”.
La nave, dopo avere lasciato le acque di ricerca e soccorso libiche, ha puntato la rotta verso Nord, in direzione Lampedusa, che si trova a poche ore di navigazione.
La polemica di Salvini
Il botta e risposta non finisce, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha replicato nuovamente alla ong tedesca: “Sea Watch non vuole portarli in Libia? Allora spieghi perché ha chiesto a Tripoli un porto sicuro. E perché, dopo la risposta positiva, ha atteso per ore davanti alla costa africana. Aveva il via libera allo sbarco, l’atteggiamento della Sea Watch sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici. Polemizza col Viminale sulla pelle degli immigrati”.
“La nave illegale, dopo aver imbarcato 52 immigrati in acque libiche, si trova ora a 38 miglia dalle coste libiche, a 125 miglia da Lampedusa, a 78 miglia dalla Tunisia e a 170 miglia da Malta. Le autorità libiche hanno assegnato ufficialmente Tripoli come porto più vicino per lo sbarco. Se la nave illegale Ong disubbidirà, mettendo a rischio la vita degli immigrati, ne risponderà pienamente”, ha detto Salvini.
Salvini Sea Watch | La querela dell’Ong
La Ong Sea Watch ha fatto sapere inoltre che si appresta a querelare per diffamazione a mezzo stampa il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“A seguito del soccorso di 53 naufraghi da parte della Sea-Watch 3, il Ministro Salvini ha rilasciato, ancora una volta, innumerevoli dichiarazioni diffamatorie a mezzo stampa insultando la ONG e l’operato della sua nave; operato che si sostanzia, sempre, in legittima attività di soccorso e salvataggio”, affermano i legali di Sea Watch in una nota.
Le autorità libiche “non hanno dato alcuna indicazione alla nave della ONG da noi rappresentata la quale ha rispettato la vigente normativa internazionale che, come oramai noto, vieta il trasbordo e lo sbarco in territorio libico”.
E il Ministro “sa bene che fare rientrare chi fugge da guerre, violenze e soprusi in un paese che non è qualificato come “Porto Sicuro”, in costante guerra civile, costituisce una gravissima violazione dei diritti umani, del diritto del mare e del diritto dei rifugiati”.
Salvini Sea Watch | Nave pirata
Matteo Salvini, nella giornata di ieri, aveva definito Sea Watch “una vera e propria nave pirata a cui qualcuno consente di violare ripetutamente la legge”.
Inizialmente era stata data la notizia di 52 naufraghi tratti in salvo, ma poi si è aggiunga una ulteriore persona.