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    Salvini: “Ramy vuole lo ius soli? Si faccia eleggere e cambi la legge”

    Matteo Salvini

    Il Viminale sta lavorando per concedere la cittadinanza al ragazzino

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 23 Mar. 2019 alle 14:40 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:41

    “Rami vuole lo Ius Soli? Si faccia eleggere e cambi la legge”: questo il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul bambino di origini egiziane che ha salvato i compagni di classe a San Donato.

    “La legge sulla cittadinanza va bene così com’è”, ha proseguito il leader della Lega. “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso perché prima di fare scelte così importanti bisogna controllare tutto e tutti”.

    Una battuta anche sul tema della sicurezza: “Se ci sono consigli da qualunque sindaco, da qualunque parlamentare, da qualunque ministro per migliorare la qualità della sicurezza in Italia io sono content”.

    “Detto questo, io lavoro al modello italiano che è uno dei migliori al mondo”.

    Rami è il ragazzino di 13 anni di origini egiziane che il 20 marzo era a bordo dello scuolabus dirottato da Ousseynou Sy [qui il suo profilo] nel Milanese e che ha allertato le forze dell’ordine.

    Poco dopo la conclusione della vicenda il Viminale si era detto “pronto a farsi carico delle spese e a velocizzare al massimo le procedure per riconoscere la cittadinanza al piccolo eroe. L’auspicio è attribuire la cittadinanza a Rami e toglierla al conducente del bus autore del gesto”.

    La cittadinanza infatti può essere concessa con Decreto del Presidente della Repubblica per meriti speciali “sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri, allo straniero che abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”.

    A chiedere che venisse riconosciuta la cittadinanza a Rami era stato il padre del giovane. “Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana”, ha detto l’uomo in un’intervista al Corriere della Sera.

    “Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005, ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte”.

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