Rugani, la fidanzata Michela Persico: “Vi racconto me e Daniele positivi al Coronavirus”
Periodo complicato. Da quando lo scorso 11 marzo è uscita la notizia che il difensore della Juventus Daniele Rugani è risultato positivo al COVID-19, il calcio italiano ha capito che oltre le cronache da Codogno e Alzano Lombardo anche in quel mondo, talvolta percepito come lontano e sacro, qualcosa non andava, e che forse sarebbe stato opportuno fermarsi. Stop che fino ad appena una settimana prima sembrava a molti impensabile, e che invece noi su questo giornale avevamo ipotizzato essere un “rischio concreto” (Giancarlo Padovan su TPI, in un articolo del 2 marzo) oltre che necessario (Anton Filippo Ferrari, 9 marzo).
Rugani è stato il primo calciatore della Serie A a risultare positivo. Di lì a poco è toccato ad altri, tra cui Matuidi e Dybala, e il calcio si è poi definitivamente fermato. Tra i contagiati dal COVID-19 in casa Juve c’è anche la compagna di Rugani, Michela Persico, 29 anni tra pochi giorni, originaria proprio di Alzano Lombardo (Bergamo), giornalista sportiva e conduttrice, attualmente in isolamento solitario nella sua casa in centro a Torino. È positiva ma non ha sintomi, e sta bene. L’abbiamo intervistata per ricostruire quei giorni post-test Coronavirus.
Bene, per fortuna, solo molto stanca, per qualche giorno non ho sentito più odori e gusti. Ma sono stata fortunata nella sfortuna.
Daniele era appena tornato a casa dall’allenamento. Si sentiva poco bene, qualche linea di febbre, nulla di più, ma per sicurezza decise di passare la notte alla Continassa, il centro tecnico della Juve.
Per un senso di responsabilità, e infatti ha anche subito avvisato la squadra che avrebbe passato la notte lì, dove ogni giocatore ha una propria camera a disposizione tutto l’anno.
Così è nato il sospetto. E nonostante la mattina seguente, al risveglio, stesse meglio, con il consenso comune della Società è stato deciso di eseguire un tampone per testare la positività di Daniele al COVID-19.
Al campus, sempre alla Continassa, presso il J-Medical, eseguito dalla struttura sanitaria pubblica a cui si appoggia il club. Ventiquattro ore dopo è arrivato il risultato…
Daniele ha fatto il tampone domenica 8 marzo, e il risultato è arrivato il 9. Io l’ho fatto il 16, una settimana fa. (N.B. Chiesta nuovamente conferma di questa notizia a Michela Persico è emerso che, diversamente da quanto documentato nell’audio-registrazione dell’intervista di Gambino alla fidanzata di Rugani, il difensore della Juve avrebbe fatto il tampone la mattina di martedì 10 marzo, e sarebbe risultato positivo l’11 marzo. Notizia confermata anche dall’agente di Rugani a TPI)
A quel punto, quando ho saputo di Daniele, che non vedo da lunedì 9, anche io non mi sentivo granché bene. Così hanno fatto il tampone anche a me.
Sono venuti a farmelo a casa, il personale sanitario pubblico a cui si appoggia la Società.
Si, perché essendo risultato positivo Daniele, ed essendo a quel punto altamente probabile che fossi anche io positiva (era quasi impensabile che non lo fossi), non sono più uscita di casa e sono venuti a farmelo.
Per prassi è stato deciso di fare così, perché era più facile che la mia eventuale positività emergesse qualche giorno più tardi.
No, una sciocchezza, è un cotton fioc abbastanza lungo che inseriscono nella gola e in entrambi le narici.
Per nulla, sono solo molto stanca.
Nulla, se mi sale la febbre devo prendere la tachipirina.
Inizialmente pensavo fosse una influenza, invece è stata una doccia gelida. Il fatto è che nessuno sapeva darmi risposte concrete. E io a casa da sola…
Sono di Bergamo.
Tutto bene fortunatamente. Dicono che gli unici rumori che si sentono sono le ambulanze.
Appena ho saputo di essere positiva, ero in ansia sopratutto per le domande a cui non avevo risposte. Ma sono tranquilla. Il 26 marzo compio pure gli anni.. avevo organizzato una festa con amici.
Ora attendiamo i prossimi tamponi: se saranno negativi, almeno altri due dobbiamo farne, io e Daniele potremo tornare a stare nella stessa casa. Immagino non prima del 10 aprile.
Molto meglio. Certo, sta da solo… Diversamente da Dybala e la sua fidanzata Oriana, che invece stanno in casa assieme.
Tutti giorni, facciamo Facetime due-tre volte al giorno…
Glovo.
A me personalmente, in realtà, nessuno. Ma certo se dovessi avere problemi mi riferirei alla Società.
Ne parlavo proprio poco fa con Daniele, sono più sensibile, ora ho la lacrime facile, prima ero più dura. Ora do valore alle vere cose della vita.
Sì, assolutamente sì, se fosse possibile almeno, se riuscissimo ad avere più risposte saremmo più tranquilli. D’altro canto però credo che il tampone, specie nel caso degli asintomatici, come me e Daniele, sia un’angoscia esorbitante sapere se sei positivo o negativo.
Assolutamente sì, anche a loro andrebbero fatti di più. Poi è ovvio che oggi i numeri aumentano perché c’è una altissima propensione alla positività.
No, assolutamente no, non c’è alcun fondamento in questa storia. Pensa – senza fare nomi – conosco persone del mondo dello spettacolo, poi trovate positive, a cui il tampone è stato fatto quando ormai erano in una situazione grave.
Per noi la situazione è stata diversa: ricordati che Daniele è stato il primo caso di un calciatore di Serie A, ed essendo io la sua campagna, lo hanno fatto anche a me. Ma ben venga che gli abbiano fatto il tampone per primo, pensa se non lo facevano, se non avessero trovato lui, il virus andava ancora avanti a livello calcio.
Lui ha contatti con tantissime persone, il suo caso è stato determinante, ed è stato fondamentale fare il tampone a Daniele. Detto questo, ci hanno comunque messo due settimane a fare il tampone a tutta la Juve…
Questo non posso saperlo, io ti racconto quello che è accaduto a me, non so e non conosco dinamiche altrui, ma il trattamento è uguale per tutti.
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