Il ricorso al Tar contro il Mibac da parte del proprietario dell’Eurogarden, su cui dovrebbe sorgere il McDonald alle Terme di Caracalla
Il proprietario del vivaio Eurogarden di fronte alle Terme di Caracalla, su cui sarebbe dovuto sorgere un nuovo McDonald da 250 posti a sedere, annuncia un ricorso al Tar contro il Ministero per i Beni culturali. Dopo la mobilitazione di alcuni consiglieri municipali il 30 luglio il Mibac ha infatti bloccato i lavori al cantiere perché riteneva necessario tutelare l’area verde di Via Baccelli, poco distante dalle Mura Aureliane dell’antica Roma. Il patron dell’Eurogarden Stefano Ceccarelli il 31 luglio ha però dichiarato al Sole 24 Ore-Radiocor che intende andare per vie legali pur di far ripartire i lavori.
“Il parere del Mibac è illegittimo perché fondato su un presupposto errato. Il progetto era stato preceduto da un accurato esame vincolistico della zona, ora salta fuori un nuovo vincolo”, dichiara l’imprenditore.
Ceccarelli aveva deciso di affidare il suo vivaio a McDonald’s perché cercava “una leva finanziaria” che gli consentisse “di riqualificare il vivaio”. “Mc Donald’s è stato l’unico ad adattarsi a una idea progettuale così complessa, vista la delicatezza dell’area, accettando anche di riqualificare l’area adiacente le Mura Aureliane” aggiunge.
Il blocco dei lavori al cantiere del McDonald da parte del Mibac
L’ “accurato esame vincolistico della zona” a cui fa riferimento il proprietario del vivaio era stato fatto dalla soprintendenza speciale di Roma, dipendente dal Mibac, che aveva emesso parere favorevole al progetto.
Il soprintendente Francesco Prosperetti dopo aver dato il via libera aveva però inviato una nota al Comune e al Municipio I di Roma. Nel comunicato segnalava che l’area era parte di un Piano territoriale paesaggistico della Regione che gli enti locali avevano il compito di applicare. “Sull’applicazione del Piano vigila l’ente delegato, che è il Comune di Roma. Abbiamo scritto anche al Comune e al I Municipio sulla presenza in quell’area del Piano. Ma il 28 febbraio 2018 ci ha risposto il dipartimento Urbanistica del Campidoglio dicendo che non era così e che dunque non era necessario il procedimento”, afferma il Soprintendente durante una discussione al Municipio I del 29 luglio.
Il Comune ha invece preferito dare l’ok al progetto e anche la presidente del Municipio I Sabrina Alfonsi non ha opposto resistenza. Così a giugno McDonald’s ha aperto i cantieri. I consiglieri municipali, invece, sono venuti a conoscenza della realizzazione del fast-food solo “a cose fatte”; il 24 luglio, durante una commissione di lavoro.
La mobilitazione per fermare il progetto
Dopo la notizia è partita la mobilitazione a livello municipale. I consiglieri Flavia De Gregorio e Adriano Labbucci insieme al presidente della commissione Ambiente Stefano Marin il 29 luglio hanno avuto un incontro con la soprintendenza e il giorno dopo il direttore generale dei Ministero per i Beni culturali Gino Famiglietti ha disposto la sospensione del cantiere.
“Il problema -spiega De Gregorio– è che il progetto è stato approvato e adesso pioveranno altri ricorsi. Bisognava fermare tutto prima”.
Nelle prossime settimane ci sarà una nuova commissione al Municipio per capire come reagire ai ricorsi.
Intanto alcune associazioni della società civile segnalano una nuova minaccia. “Siamo felici della decisione del Mibac ma vorremmo esprimere un giudizio analogo per la vicenda di un nuovo McDonald’s a lato del Pantheon. Questa minaccia è tuttora incombente”, hanno dichiarato il 1 agosto i presidenti del Comitato per la Bellezza e dell’associazione Bianchi Bandinelli.
Sul progetto di una riapertura del McDonald al Pantheon non sono ancora emersi nuovi dettagli. Anche di questo si discuterà nella prossima commissione al Municipio.
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