Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    “Ucciditi, levati di torno”: sette studenti delle medie rischiano l’indagine per stalking e istigazione al suicidio

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 17 Apr. 2023 alle 12:06 Aggiornato il 17 Apr. 2023 alle 12:16

    “Ucciditi, levati di torno”: sette studenti delle medie rischiano l’indagine per stalking e istigazione al suicidio

    Una chat creata per perseguitare una compagna di classe sgradita e spingerla a compiere atti di autolesionismo. La procura per i minorenni di Roma sta valutando se indagare per stalking e istigazione al suicidio sette studenti di una scuola media della capitale, membri di un gruppo WhatsApp volto interamente a tormentare un’altra studentessa di 13 anni.

    Della chat, dal nome “Anti Ebola”, facevano parte in totale quindici ragazzini che per tre mesi e all’insaputa della vittima si scambiavano messaggi sempre più crudeli sulla ragazza. “Lei come l’Ebola, lei che è da evitare come una malattia, deve togliersi di mezzo. Si dovrebbe suicidare”, il tenore dei messaggi riportato da Repubblica, secondo cui venivano anche organizzate “prove” tre volte a settimana per mettere a disagio la ragazza. Un’ostilità sorta da alcune dispute con le compagne per iniviti non ricevuti a serate e feste, che aveva spinto la giovane a isolarsi, entrando sempre più tardi in classe per non incontrare nessuno fuori dall’aula. “Ucciditi, levati di torno”, i messaggi che venivano inviati direttamente alla ragazza.

    Stanca del clima sempre più pesante, una dei partecipanti ha deciso di uscire la chat rivelando alla vittima quello che stava accadendo e che la 13enne in parte aveva già colto. La ragazza ha così raccontato tutto alla madre, facendo partire una denuncia alla polizia postale. È stata ascoltata in audizione protetta, affiancata da una psicologa, e presa in carico dal centro antiviolenza per minori

    istituito dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Lazio. I magistrati intanto devono accertare l’imputabilità per i sette, di cui tre ragazzine, che rischiano di essere indagati.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version