Alessandra Laterza è una libraia appassionata. Ogni mattina a partire da maggio del 2018 apre la serranda della libreria “Le Torri” di Tor Bella Monaca, quartiere periferico nell’area est di Roma, per accogliere il pubblico della zona e chi arriva da ogni lato della capitale per partecipare a presentazioni ed eventi culturali – 337 in quattro anni – testimoniando una storia diversa da quella normalmente associata al quartiere, e cioè quella di una piazza di spaccio. “Grazie a noi, prima e unica libreria aperta in 40 anni di storia, Tor Bella Monaca è diventato anche un luogo da raccontare al resto di Roma”, racconta Laterza a TPI.
Ma ora “Le Torri” rischia di chiudere. Il 6 marzo scorso è arrivata la notifica di sfratto dopo che un anno prima il proprietario dell’immobile aveva alzato il canone mensile da 1.200 a 1.500 euro, al termine dei primi mesi di pandemia che avevano già svuotato le casse del locale. Spese a cui Laterza non è riuscita a star dietro. E ora il debito accumulato è di 13mila euro. “Nel 2020, mentre nei locali limitrofi si abbassavano gli affitti, il nostro è rimasto invariato. Per pagarlo, nonostante fossimo chiusi, ho fatto consegne a domicilio e ogni tipo di lavoro, ma riuscivo a racimolare solo il minimo per sopravvivere e pagare qualche bolletta. Dopodiché ad aprile del 2021 ho ricevuto l’annuncio dell’aumento ed è stato impossibile sostenere l’incremento della quota”, racconta Laterza.
Per sanare il debito l’associazione culturale nata in seno alla libreria, LibriAmo TorBella, ha lanciato una raccolta fondi su GoFundMe, che ha già raggiunto quota 6.500 euro. Ma ripagarlo non basterà a tenere in piedi il progetto nel medio e lungo termine se il canone resterà lo stesso. “È impossibile continuare a questo prezzo”, spiega Laterza. “Il problema non è la non vendita dei libri, perché ne vendiamo, il problema sono le spese onerose che si sostengono. Anche Feltrinelli e Mondadori in un quartiere diverso da questo non potrebbero permettersi 1.500 euro di affitto. Un canone che qui è ancora più gravoso e fuori mercato, perché non ci sono altri locali con un affitto così alto”.
Quella della libreria, spiega Laterza, non è solo un’attività commerciale, ma “un presidio per tutto il quartiere“. E in questi giorni è stato investito da un’ondata di solidarietà: domenica 2 aprile ospiterà l’evento “Salviamo la libreria” a cui parteciperà il mondo dell’informazione insieme ad autori, scrittori e sostenitori del progetto, tra cui il deputato del Pd Massimiliano Smeriglio, che ha promosso dal primo momento la campagna di raccolta fondi. “Qui si fa tanto e il fatto di non poterlo più fare è il nostro cruccio. Non vivo qui ma dal 2018 ci vengo tutti i giorni. È una scelta”, spiega ancora la libraia, a cui l’anno scorso è stata assegnata la scorta dopo le minacce ricevute online dai sostenitori di Giorgia Meloni, di cui Laterza si è rifiutata di vendere il libro.
“Daremo fuoco a te e alla tua libreria“, recitava uno dei tanti messaggi ricevuti nel corso dei mesi, spesso firmati con pseudonimi che rimandavano al ventennio fascista, tra cui quello di Benito Mussolini. Ora Laterza attende ancora le scuse della leader di Fratelli d’Italia. “Da Meloni mi sarei aspettata che imponesse la volontà di contrastare la violenza che mi è stata riservata come donna, mi aspetto le scuse per quello che la comunità politica che la rappresenta ha messo in essere sui social. Da lei ci aspettiamo che dica che la violenza contro le donne va sempre combattuta“, spiega.
Ma a minacciare la sua attività adesso è il costo dell’affitto. Laterza vuole “trovare la forza di andare oltre”, come ha fatto all’inizio del 2018, quando ha deciso di aprire la libreria nonostante l’amica e collega con cui aveva lavorato al progetto sin dal 2017, la giornalista Rai Elisa Costanzo, era venuta a mancare dopo aver lottato contro il cancro. Con la stessa motivazione e coraggio ora vuole superare l’ennesimo ostacolo. “Se non saranno più queste mura sarà un altro civico, ma sempre a Tor Bella Monaca e sempre con le stesse persone ad animarla”, assicura.
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