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    Robinho condannato per stupro, mandato d’arresto internazionale dei pm di Milano

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 15 Feb. 2022 alle 13:12

    La Procura di Milano ha inoltrato al Ministero della Giustizia la richiesta di estradizione e il mandato d’arresto internazionale per l’ex attaccante del Milan Robinho, dopo la condanna in via definitiva, assieme ad un amico, a 9 anni di carcere per violenza sessuale di gruppo su una 23enne che subì abusi in un locale del capoluogo lombardo la notte del 22 gennaio 2013.

    Gli atti a carico dell’ex calciatore e del suo amico, entrambi in Brasile, sono stati firmati dal pm Adriana Blasco. Pare scontato che i due non saranno consegnati perché la Costituzione brasiliana non consente l’estradizione dei propri cittadini. Le autorità italiane invieranno a quelle brasiliane l’istanza di estradizione e il mandato d’arresto internazionale: qualora Robinho decidesse di espatriare, rischierebbe di venire arrestato. L’ex campione rossonero “ha sempre ribadito la sua innocenza”. Lo ha detto all’Ansa l’avvocato Franco Moretti, legale in Italia dell’ex attaccante. Il legale ha chiarito che sta aspettando “le motivazioni della sentenza della Cassazione: non ho informazioni ulteriori – ha aggiunto – non ho conoscenza ufficiale delle richieste della Procura di Milano, attendo le motivazioni del verdetto della Cassazione per capire le ragioni della condanna”. L’avvocato ha anche chiarito che lui non segue “l’aspetto” dell’eventuale procedura di estradizione e ha spiegato di aver sentito Robinho il mese scorso per comunicargli l’esito della Suprema Corte.

    L’ex attaccante era stato condannato in via definitiva lo scorso 19 gennaio. La Cassazione aveva confermato i 9 anni di carcere (decisi dalla Corte d’appello milanese il 10 dicembre 2020) per Robson de Souza Santos e per un suo amico, Ricardo Falco, per violenza sessuale di gruppo. Secondo le indagini, l’ex stella brasiliana avrebbe fatto bere la ragazza fino al punto da renderla incosciente e poi lui e l’amico l’avrebbero violentata a turno, senza che lei potesse opporsi, in un guardaroba di un locale notturno della movida milanese, dove la giovane si era recata per festeggiare il compleanno.

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