Roberta Mamusa, madre di Manuel Piredda, deceduto nel 2011 dopo aver tentato di dare fuoco alla sua ex moglie Valentina Pitzalis, è stata condannato oggi dal tribunale di Cagliari per diffamazione ai danni della sua ex nuora. Aveva scritto su Facebook che Valentina è pazza, stronza, stalker, serpe, drogata, con una madre malata mentalmente, sadica e così via. Il giudice l’ha condannata a una multa di 800 euro e a liquidare una provvisionale di 5.000 euro.
La signora Mamusa era già stata condannata in sede civile per aver diffuso alcune pagine del diario personale di Valentina Pitzalis e per aver pubblicato contenuti diffamatori su alcune pagine Facebook da lei fondate. Come noto, Roberta Mamusa e suo marito Giuseppe Piredda tentano da anni di dimostrare che il loro figlio Manuel Piredda, con precedenti penali per aver perseguitato una ex ai tempi della scuola e all’epoca dipendente da droghe e psicofarmaci, non è morto nel tentativo maldestro di dar fuoco a Valentina, ma è stato ucciso da Valentina stessa.
In realtà, nonostante la Mamusa sia riuscita a far riaprire il caso già archiviato due volte, la procura di Cagliari ha chiesto nuovamente l’archiviazione in quanto evidente che la notte del 16 aprile fu Manuel Piredda a tendere un agguato a Valentina e a darle fuoco lasciandola sfigurata. N
el frattempo però, la Mamusa, denunciata anche per stalking dalla Pitzalis, va avanti con la sua campagna persecutoria nei confronti della ex nuora, che consiste nel tentare di riabilitare la figura del figlio invertendo i ruoli vittima/carnefice. Anche oggi, dalla sua pagina Facebook, scrive il consueto, inquietante avvenimento: “Non mi fermerò”. Nel frattempo, Valentina Pitzalis, vittima di tentato femminicidio, disabile, costantemente diffamata e minacciata, tenta da 9 anni di rifarsi una vita. E invocare il Codice rosso, al momento, non è servito un granché.
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