Riforma giustizia, Conte chiede l’aiuto di Pd e Leu per fermare Draghi
Il Partito democratico potrebbe collaborare con il Movimento 5 Stelle (M5S) per cambiare la riforma del processo penale proposta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Lo riporta Il Fatto Quotidiano, affermando che dagli alti dirigenti del Partito democratico è arrivata ai parlamentari l’indicazione “sottotraccia” di aiutare il M5S a cambiare il testo del disegno di legge, approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri lo scorso giovedì 8 luglio, con il consenso anche dei ministri di M5S, Pd e Liberi e uguali.
La proposta era stata contestata dalla base del Movimento 5 Stelle e dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riconfermato come leader designato del Movimento dopo aver ricomposto le divisioni con il fondatore Beppe Grillo. L’ex presidente del Consiglio la scorsa settimana ha parlato di un ritorno “all’anomalia italiana” con la riforma, chiesta dall’Unione europea come una delle condizioni per sbloccare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per velocizzare i tempi dei processi, tra i più lenti d’Europa. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto per anni di allungare i termini di prescrizione, che secondo il partito fondato da Beppe Grillo sarebbero sfruttati da “colletti bianchi” per sfuggire ai processi. Secondo il Consiglio d’Europa, in Italia circa l’1 percento dei detenuti è stato condannato per reati relativi questioni economiche e finanziarie, una percentuale lontana da quelle di altri paesi europei.
Il disegno di legge, che sarà discusso dal 23 luglio alla Camera, fermerebbe automaticamente i processi penali che non terminano entro un limite di tempo prestabilito. L’improcedibilità, che esclude i reati imprescrittibili quelli puniti con ergastolo, scatterebbe dopo due anni per i processi di appello e un anno per quelli di Cassazione, con la possibilità per il giudice di estendere la scadenza a tre anni in appello e 18 mesi in Cassazione per alcuni reati.
“Se un processo svanisce per nulla per una durata così breve non può essere una vittoria per lo stato di diritto”, aveva detto Conte commentando il ddl, considerato da molti esponenti del Movimento 5 Stelle come un passo indietro rispetto alla riforma voluta da Alfonso Bonafede, precedente ministro della Giustizia del M5S, nonostante la proposta di Cartabia conservi la sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio prevista nella legge del suo predecessore.
Secondo il Fatto quotidiano, Conte ha chiesto agli alleati di Pd e Leu un “aiuto concreto” per modificare la riforma e per legittimare il suo ruolo alla guida del Movimento, dopo che le tensioni con Grillo sulla direzione futura del M5S aveva fatto emergere l’ipotesi di una clamorosa scissione del primo partito in parlamento. I “piani alti del Nazareno” avrebbero dato indicazione di aiutare il Movimento a cambiare il testo, anche se la risposta generale del Partito democratico sarebbe stata per il momento cauta, dopo che ieri il segretario Enrico Letta ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi, rassicurandolo del sostegno del partito all’impianto della riforma. Il Partito democratico potrebbe essere disponibile a rivedere il limite di due anni per il processo di appello, considerati troppo pochi. Secondo il Fatto, Conte cercherà di incontrare Draghi per discutere della riforma e anche per accreditarsi come futuro presidente del Movimento.
La riforma dei processi è stata una delle richieste principali della Commissione europea all’Italia per autorizzare il Pnrr, il programma di investimenti per rilanciare le economie europee dopo la crisi causata dalla pandemia. Lo scorso anno giudiziario ha visto un forte aumento dei tempi già lunghi dei processi in Italia a causa della pandemia. In ambito penale i processi di primo grado sono durati in media 478 giorni, in crescita del 21,9 percento rispetto all’anno precedente, quelli di appello 1038 giorni, in crescita del 23,6 percento e i ricorsi in Cassazione 287 giorni, un aumento del 111 percento.