Rieti, radiografie ai pazienti nel parcheggio dell’ospedale perché non c’è più posto nei reparti
La pandemia sta mettendo in ginocchio le strutture ospedaliere d’Italia e all’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti la situazione diventa sempre più complicata: radiografie nel parcheggio dell’ospedale perché all’interno della struttura non c’è più posto nei reparti Covid, medici ed infermieri risultati positivi e turni estenuanti di 12 ore (e anche più). Il personale è stremato: ieri al De Lellis il pronto soccorso e l’area Covid erano ormai saturi e i medici non avevano più posto per i pazienti.
Come ha spiegato a TPI Paola Corradini del Corriere di Rieti, “secondo le testimonianze raccolte, al momento per l’analisi dei tamponi molecolari è indietro di 2.200 tamponi considerando che ogni giorno al drive in ne vengono effettuati in media 270 e c’è solo un macchinario che non può analizzarne più di 220 con tempi di attesa per le risposte che arrivano anche ad una settimana come testimoniano le lettere di protesta inviate dai cittadini all’azienda e agli organi d’informazione. Altro problema lamentato invece da medici e personale sanitario è che, nonostante in molti siano venuti a contatto con colleghi o pazienti positivi, vengono “invitati” dall’azienda, che ha sospeso le richieste di ferie, ad andare a lavorare in attesa di essere sottoposti a tampone con tempi che possono arrivare anche a dieci giorni mentre continuano ad operare e a muoversi nei reparti”.
Paola ha poi precisato che questa mattina un primario di cardiologia è in rianimazione e ci sono sette infermiere positive. Come testimonia un dipendente: “Praticamente nel reparto non c’è più personale, soprattutto per le procedure notturne interventistiche perché non c’è altro personale formato per quel tipo di professionalità con il rischio che se arriva un paziente grave non può avere l’assistenza di cui necessita”.
La replica dell’ospedale
Il direttore del dipartimento di Emergenza e Accettazione, Flavio Mancini, ha quindi spiegato: “Il Pronto Soccorso dell’Ospedale de’ Lellis di Rieti ha messo a punto un percorso per i pazienti che giungono in ambulanza per patologia riferibile al SARS-CoV2. Per evitare attese prolungate, laddove le condizioni generali lo permettano (parametri vitali nella norma), al suo arrivo in ospedale il paziente viene immediatamente sottoposto, senza entrare all’interno della Struttura, al tampone molecolare (se paziente ancora non definito come Covid+) e ad una radiografia del torace. In poco più di mezz’ora il paziente, in caso di risultati nella norma, può tornare al suo domicilio senza dover rischiare attese lunghissime in ambulanza o di stazionare in ambienti con pazienti sospetti con sintomi più gravi, come sta accadendo purtroppo in molti Pronto Soccorso d’Italia, a causa dell’aumento della curva dei contagi. Tale procedura è possibile grazie alla fattiva collaborazione tra il Dipartimento di Emergenza e Accettazione e l’Unità Diagnostica per Immagini aziendale. Le barriere in costruzione che si scorgono sullo sfondo della foto, sono il “tunnel” che verrà completato entro breve per effettuare tale percorso in ambiente ancor più protetto”.
Infine, si specifica: “La Direzione Aziendale è orgogliosa per lo sforzo straordinario messo in campo dal personale del Pronto Soccorso per fronteggiare la ripresa virulenta della pandemia e dell’attivazione di tutti quei percorsi che possono contribuire fattivamente alla gestione complessiva dei pazienti in un momento così critico per l’intera Comunità. Con l’occasione, la Direzione Aziendale torna a ricordare a tutti i cittadini di recarsi al Pronto Soccorso soltanto per casi veramente urgenti. In queste ore stiamo riscontrando un progressivo aumento degli accessi e in questa fase particolarmente critica non possiamo permetterci di appesantire il sistema con accessi impropri. Il Pronto Soccorso è il servizio dedicato solo alle urgenze e alle emergenze sanitarie. Deve quindi rivolgersi al Pronto Soccorso una persona che si trova in condizioni cliniche critiche. In tutti gli altri casi bisogna rivolgersi, con fiducia, ai servizi territoriali”.
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