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    Rientro a scuola, allarme sovraffollamento: quasi 17mila le classi con più di 25 alunni

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 13 Set. 2021 alle 10:45 Aggiornato il 13 Set. 2021 alle 11:04

    Rientro a scuola, allarme sovraffollamento: quasi 17mila le classi con più di 25 alunni

    Sono quasi 17mila le classi in tutto il paese che, nonostante l’emergenza Covid, accolgono un numero di studenti superiore alla capienza normale. È l’allarme lanciato dall’associazione Cittadinanzattiva, mentre oggi 4 milioni di ragazzi tornano a scuola in 10 regioni. Secondo l’associazione, nel 55 percento dei casi, le classi con più di 25 alunni appartengono a istituti di secondo grado, come licei e istituti tecnici.

    Cittadinanzattiva chiede di tornare al limite di 25 alunni per classe, stabilito dalla normativa antincendio del 1992, e ai parametri di 1,80 per 1,96 metri quadrati di spazio per ogni alunno stabiliti nel 1975, abrogando la norma prevista dal decreto Tremonti-Gelmini (dpr 81/2009), che consente alle classi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado di arrivare fino a 30 studenti.

    I dati sono contenuti nel rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” che sarà presentato il prossimo 22 settembre e mette in guardia anche da altri rischi alla sicurezza a cui gli istituti scolastici italiani continuano a essere esposti. Secondo l’associazione, ben il 53,8 percento degli istituti è privo del certificato di agibilità, il 38,6 percento del collaudo statico e il 59 percento del certificato di prevenzione incendi, in un paese in le scuole in zone ad elevata sismicità sono 17.343 pari al 43 percento del totale.

    “Una situazione che va sanata una volta per tutte per ottemperare alle esigenze di sicurezza legate non solo all’emergenza sanitaria ma anche alle emergenze che si potrebbero creare per il rischio alluvione e sismico, che interessano il nostro territorio nazionale”, ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva. “Oltre a ciò si migliorerebbe la vivibilità e il benessere all’interno delle aule, si assicurerebbe una migliore qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, delle relazioni interpersonali significative a beneficio di tutti ma soprattutto dei ragazzi più fragili”.

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