Dopo l’esperienza a bordo della Open Arms, Richard Gere torna a parlare di migranti e politica: nel mirino dell’attore c’è Matteo Salvini, paragonato a Donald Trump. Ed è di nuovo polemica tra i due.
“Salvini ha la stessa mentalità del presidente Trump, infatti io lo chiamo baby Trump”, osserva Gere in un’intervista a Valerio Cappelli, pubblicata oggi, lunedì 19 agosto, sul Corriere della Sera. Secondo il divo di Hollywood, il vicepremier leghista “usa la stessa ignoranza in senso radicale” del presidente degli Stati Uniti: “Fanno leva su paura e odio”, dice.
“Vorrei incontrarlo”, aggiunge. “Sono sicuro che non è come si presenta in pubblico. Avrà una famiglia, figli, genitori. Se il vostro ministro spendesse del tempo con quelle persone (i migranti, ndr), ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Lui fa di un’emergenza umana un caso politico. Ma è cattiva politica”.
L’intervista ha riacceso la polemica a distanza con Salvini. Il leader della Lega, alla prese con la crisi di governo, ha replicato a Gere dal suo profilo Twitter. “Fra malati e minorenni immaginari e buonisti milionari, io non mollo”, ha scritto Salvini, che ri
Non solo critiche, però. Richard Gere ha parole di elogio per un altro membro del governo italiano: la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, che in più occasioni ha avuto divergenze di vedute con Salvini e che sulla vicenda Open Arms in atto ha rifiutato di firmare il secondo divieto di ingresso in acque italiane, voluto dal leghista dopo lo stop del Tar del Lazio.
“Ho ammirato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta”, spiega l’attore statunitense. “Lei questo caso non può separarlo dalla sua coscienza”.
Quella dell’immigrazione, secondo Gere, è una sfida” che “può essere risolta se ci si siede al tavolo e si discute con raziocinio e generosità”. “Non è un problema soltanto dell’Italia, ma della Spagna, della Grecia, di tutta Europa. L’Occidente ha grandi responsabilità, che affondano anche nel passato, su questa tragedia”, sottolinea il divo. “Non si tratta di religione. Siamo tutti uguali, dobbiamo essere trattati allo stesso modo. I migranti hanno le nostre stesse speranze e i nostri sogni”.
“Amo gli italiani, il grande cuore, la gioia di vivere”, chiosa l’attore. “Negli ultimi anni sono stato più volte in Sicilia dove c’è una stratificazione di culture. Dall’altra parte, qualcosa è cambiato negli ultimi anni. Ma non solo da voi: avviene in Ungheria, Polonia, Gran Bretagna e America naturalmente. I leader politici stanno manipolando le menti facendo emergere il lato oscuro del dramma del nostro tempo”.
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