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    Le Regioni a contagio zero verso la riapertura anticipata: “Parrucchieri e bar dal 18 maggio”

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 7 Mag. 2020 alle 08:36 Aggiornato il 7 Mag. 2020 alle 09:20

    Continuano a premere sul piede dell’acceleratore per ottenere una riapertura anticipata di alcune attività – bar, negozi, ristoranti e parrucchieri – le regioni italiane meno colpite dall’epidemia da Covid-19 e che hanno già raggiunto il tanto atteso “contagio zero”. Dall’altra parte, però, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia invece frena: “Tutti noi vogliamo arrivare alle differenziazioni territoriali. Dal 18 maggio molte attività potranno riaprire, ma lo si dovrà fare in sicurezza, e le Regioni che decideranno di farlo senza il rispetto delle linee guida Inail se ne assumeranno la responsabilità”. I governatori sembrano non avere più pazienza, soprattutto quelli che amministrano territori dove l’emergenza Coronavirus conta oggi meno di dieci contagi al giorno; una realtà, questa, che appare ancora tanto distante da quella di Lombardia, Piemonte Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna.

    In Alto Adige, ad esempio, l’ultimo bollettino ha parlato di un solo caso positivo e di zero decessi, motivo per cui la decisione è stata quella di consentire una riapertura anticipata con una legge specifica; stesso discorso lo ha fatto Ferrara, con il primo cittadino della Lega, Alan Fabbri, che ha annunciato una riapertura di tutte le attività per lunedì, ma la sua iniziativa ha incontrato lo stop del prefetto. Scendendo più a Sud si arriva poi al caso di Basilicata e Molise, regioni a contagio zero ormai da settimane, o a quello di Umbria, Sardegna, Calabria, Sicilia e Val d’Aosta, regioni che da giorni contano i nuovi contagi, come anche i decessi, sulle dita di una mano. Con numeri dell’emergenza Coronavirus in netto miglioramento anche Marche e Toscana, quindi si arricchisce la fila di regioni che premono per far aumentare la velocità della Fase 2.

    Per quanto riguarda parrucchieri e centri estetici, il governatore della Sardegna Solinas ha autorizzato con un’ordinanza la riapertura di queste attività da lunedì 11 maggio, anche se l’ultima parola rimane sempre ai sindaci, legati alla condizione dell’indice “Rt”, che deve essere pari a 0.5. La confusione, in effetti, è tanta, dato che ogni regione procede con sue ordinanze che poi finiscono per essere modificate da altre ordinanze comunali. Il governo, però, sta cercando di ascoltare i territori, con il premier Giuseppe Conte che ha dichiarato che “Se c’è la possibilità, possiamo valutare aperture ulteriori”.

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