Perché Repubblica oggi è in sciopero: il motivo, 17 febbraio 2023
Perché oggi Repubblica è in sciopero? Il sito di Repubblica e quelli di tutte le testate del gruppo Gedi oggi – 17 febbraio 2023 – non vengono aggiornati. Inoltre domani non saranno in edicola nessuno dei quotidiani e dei giornali del gruppo. I suoi giornalisti infatti hanno indetto uno sciopero per protestare a seguito della “messa sul mercato” di singole testate o gruppi di testate, con i loro siti e giornali di carta e digitali.
Il gruppo Gedi negli ultimi anni ha già venduto alcune testate come la Nuova Sardegna e Il Tirreno, le Gazzette, La Nuova Ferrara, L’Espresso e chiuso Micromega. E ora si è detto aperto all’ipotesi di cedere altri giornali, in particolare quelli locali. Nel comunicato dell’assemblea di Repubblica si legge: “Come ha detto l’amministratore delegato di Gedi Maurizio Scanavino nell’incontro di mercoledì con il coordinamento dei Comitati di redazione, “dipende dall’offerta e dagli interlocutori”, confermando che sono in corso contatti con gruppi interessati all’acquisizione delle storiche testate del Nordest (il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo) a cui si aggiungerebbe la Gazzetta di Mantova. Ma il principio può essere esteso anche a La Stampa, la Repubblica, Il Secolo XIX, la Provincia Pavese, la Sentinella del Canavese, Huffington Post, le radio: non c’è più il “perimetro di riferimento aziendale” che lo stesso ad aveva delineato solo a dicembre”.
E ancora: “La logica del vantaggio economico si è rapidamente sostituita a quella dell’interesse per i territori e l’informazione, per la quale tutte le giornaliste e i giornalisti hanno lavorato in questi anni. E lo fanno tuttora, affrontando da tempo sfide e incognite di una non facile transizione digitale. Lavoro messo ora sul mercato con tanta leggerezza con una logica puramente imprenditoriale che non possiamo accettare”.
Il comunicato delle Rsu: “In un libero mercato la proprietà ha certamente facoltà di vendere – pur assumendosi la responsabilità di disperdere l’eredità di un gruppo editoriale che ha fatto la storia dell’informazione in Italia, proiettandosi per primo e in posizioni di primato anche nel mondo della comunicazione digitale – ma avendo ben chiaro che l’informazione libera e il pluralismo sono un bene sensibile essenziale alla democrazia. Serve massima trasparenza su chi ne avrà la futura proprietà e garanzia sul rispetto dei diritti di lavoro dei dipendenti”.
“Tutte le Rsu delle società del Gruppo Gedi esprimono la loro solidarietà al Coordinamento dei Comitati di Redazione dei giornali del Gruppo Gedi a seguito delle voci di trattative non smentite di vendita delle storiche testate del Nord-Est. Ne condividiamo le preoccupazioni sia sul piano occupazionale che su quello editoriale perché sono anche le nostre, viste le scelte fatte dalla proprietà, che hanno coinvolto, di recente, la vendita dell’Espresso, la cessione di due rami d’azienda di Gedi Digital e ora le notizie di vendita delle testate del Nord-Est”.