Stanno già facendo rumore le anticipazioni sull’inchiesta di Report sulla pandemia in Veneto, che andrà in onda questa sera,lunedì 2 gennaio, alle 21:25 su Rai 3. Nel corso del programma si potranno ascoltare alcune intercettazioni che riguardano i rapporti difficili tra Andrea Crisanti, allora direttore del laboratorio di Microbiologia di Padova (oggi senatore PD) e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, soprattutto per quanto riguarda l’uso dei test antigenici agli inizi della pandemia in Veneto.
Che tra il governatore e l’attuale senatore del Partito Democratico non corresse buon sangue è noto da tempo. Tanto che la regione accusò lo scienziato di diffamazione per le critiche al sistema di prevenzione nella regione. Ma tutto parte dallo studio che screditava i test rapidi acquistati dal Veneto e da altre cinque regioni. E dai colloqui telefonici dello stesso Zaia sul professore: “Sono qua a rompermi i coglioni da 16 mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al senato accademico, per sistemare Crisanti”, tuonava Zaia al telefono coi suoi un anno fa, senza sapere che chi era dall’altra parte del cellulare era intercettato.
La rabbia di Zaia è da rintracciare nei primi mesi di pandemia. Nell’ottobre 2020 Crisanti, con uno studio, smontava l’efficacia dei test rapidi acquistati dal Veneto e da altre cinque regioni. Da lì crebbero le tensioni con il governatore la cui strategia per andare contro il microbiologo è contenuta nelle carte dell’indagine di Padova su quella maxi commessa da 148 milioni di euro.
Secondo Crisanti i test antigenici sono efficaci al 70% e non al 90 come attesta il produttore Abbott Panbio. I pm scoprono che Roberto Rigoli, direttore della microbiologia di Treviso, non ha svolto il compito di certificare l’idoneità dei test. A luglio la procura chiede il rinvio a giudizio per lui e per Patrizia Simonato, direttrice generale di Azienda Zero, centrale regionale degli acquisti. Il gip non ha ancora deciso. Agli atti ci sono anche le telefonate di Zaia. In quella del 14 maggio 2021 il governatore si rammarica: “È un anno che prendiamo la mira a questo… adesso fa il salvatore della patria”.