Dal 7 gennaio 2021 non saranno più in vigore le regole del decreto Natale, che stabiliva l’alternanza tra giorni rossi e arancioni per evitare l’impennata dei contagi durante le feste. L’Italia tornerà al sistema a tre colori, e molte Regioni saranno probabilmente in “zona gialla”. Il 15 gennaio, inoltre, è prevista la scadenza del Dpcm che imponeva varie misure anti Covid, tra cui la chiusura dei ristoranti e dei bar alle 18. Ma quali saranno le regole in vigore dopo le festività? Quali sono le limitazioni che il governo potrebbe decidere di mantenere, visti i dati poco confortanti in alcune Regioni? Facciamo il punto su quello che sappiamo finora.
Spostamenti e coprifuoco
Come anticipato, dal 7 gennaio tornerà il sistema in fasce di rischio (rossa, arancione e gialla) e le relative regole sugli spostamenti. Per chi si trova in zona gialla, gli spostamenti torneranno liberi. A stabilire quali regioni saranno rosse o arancioni sarà il monitoraggio del 5 gennaio.
Al momento, le osservate speciali sono le sei regioni (Veneto, Calabria, Liguria, Basilicata, Lombardia e Puglia) dove l’Rt è superiore a 1 e per le quali bisognerà tenere conto della situazione delle strutture sanitarie. Per quanto riguarda il coprifuoco dalle 22 alle 5, probabilmente la misura sarà rinnovata anche dopo il 15 gennaio.
Scuole e trasporti: le regole dal 7 gennaio
Le scuole superiori dal 7 gennaio torneranno a svolgere le lezioni in presenza, come preannunciato dal governo. Si ricomincerà con la metà degli studenti in aula e poi dal 15 gennaio — ma più probabilmente da lunedì 18 — con il 75 per cento degli alunni in classe.
Nei documenti prefettizi firmati a livello provinciale nei giorni scorsi e anticipati dal Corriere della Sera, sono previsti scaglioni di ingresso e uscita con lezioni fino alle 16 e, a turno, il sabato. Tuttavia, i turni con ingressi scaglionati fino alle 10 non sono stati adottati in tutte le regioni: Emilia Romagna, Veneto, Molise, Basilicata e Sardegna manterranno gli ingressi per tutti alle 8.
Nelle altre regioni per venire incontro alle esigenze di orario, le scuole potranno invece ridurre la durata delle lezioni (dai tradizionali 60 minuti ai 45-50 minuti) in modo da non superare le 16 come orario di uscita, recuperando con attività a distanza il tempo perso a scuola.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, la capienza dei mezzi resta limitata al 50 per cento e non si prevede di aumentare i posti dopo il 15 gennaio, ma sono stati stanziati altri 300 milioni per pagare le corse aggiuntive.
Negozi, bar e ristoranti
Il 6 gennaio sarà l’ultimo giorno in zona rossa a livello nazionale, per cui dal 7 gennaio riapriranno i negozi, che chiuderanno tra le 19,30 e le 20. Secondo quanto riporta il Corriere, invece i centri commerciali dovrebbero restare chiusi nei giorni festivi e prefestivi.
Dal 7 gennaio riapriranno inoltre bar e ristoranti, che potranno restare aperti fino alle 18 rispettando il distanziamento e le altre misure anti-contagio. Tra le 18 e le 22 sarà consentito l’asporto, ma resterà il divieto di consumare cibo e bevande nelle adiacenze. La consegna a domicilio è consentita anche dopo le 22.
Per quanto riguarda la riapertura serale, il governo non si è ancora espresso e c’è un confronto aperto tra il fronte “rigorista”, che vorrebbe mantenere la chiusura, e quello che vorrebbe le riaperture, anche per la pressione della Fipe (la federazione pubblici esercenti) che è pronta alla mobilitazione.
Palestre, piscine e impianti sciistici
Il ministero dello Sport e il Comitato tecnico scientifico stanno valutando la possibile riapertura di palestre e piscine dopo il 15 gennaio, con regole che garantiscano soltanto le lezioni individuali. Per quanto riguarda gli impianti sciistici, la prevista riapertura delle piste del 7 gennaio è slittata dopo il parere del Cts, che ha chiesto alle Regioni di rivedere le linee guida.
Cinema e teatri
Per quanto riguarda cinema e teatri, il governo sta cercando possibili soluzioni da adottare dopo il 15 gennaio, ma è difficile che subito dopo quella data ci possa essere una riapertura. Il via libera potrebbe invece arrivare per musei e mostre, benché a ingressi limitati.
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