Sono quattro gli 007 egiziani per cui è stato chiesto il processo in merito alla morte di Giulio Regeni. L’udienza è fissata per il prossimo 29 aprile. I nomi sono ormai noti: si tratta di Tariq Sabir, e di Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.
La prima questione da affrontare davanti al giudice dell’udienza preliminare sarà l’assenza dell’elezione di domicilio per gli imputati. Il gup dovrà, infatti, affrontare questo tema oggetto di rogatoria della procura di Roma firmata dal procuratore Michele Prestipino e dal pm Sergio Colaiocco nell’aprile del 2019 e più volte sollecitata nel corso degli incontri con le autorità egiziane.
In questi cinque anni di indagini e depistaggi, sono tanti i nomi che sono stati affiancati al povero Giulio e ai generali che sono stati coinvolti nella sua morte. Il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco vorrebbero proseguire, andare avanti e chiamare in causa almeno altre 13 persone da identificare. Il Corriere ricorda ad esempio che nel tragico depistaggio a casa del presunto capo della presunta banda criminale che avrebbe aggredito Regeni per derubarlo, dalla quale sarebbero saltati fuori i documenti del ricercatore italiano, risultano coinvolti almeno 8 appartenenti alle forze dell’ordine ancora da individuare; bisognerebbe acquisirne i tabulati telefonici per verificarne mosse e contatti, e interrogarli.
Sempre secondo il Corriere, c’è poi un’utenza, della quale un esponente della Direzione generale investigativa del Cairo ha detto di non ricordare a chi fosse in uso, da cui sono partiti e arrivati numerosi sms con il sindacalista Mohamed Abdallah (l’uomo denunciò Giulio alla National Security per una sospetta e poi smentita attività politica anti-governativa), sia con il colonnello Helmy, uno dei quattro imputati di sequestro. Helmy era in contatto anche con l’utilizzatore di un telefono intestato a tale Mustafa Ahmad Khalil, ufficiale che risulta in servizio presso una Unità investigativa che ha intrattenuto messaggi e conversazioni pure con l’avvocato coinquilino di Regeni. Khalil dovrebbe essere rintracciato e ascoltato, hanno scritto i pm romani nella rogatoria inevasa, “per comprendere il suo grado di coinvolgimento nella vicenda”.
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