Dalle parole ai fatti. I Regeni, supportati dall’avvocata Ballerini, hanno depositato l’esposto contro il Governo in Procura. “La vendita nelle navi all’Egitto viola la legge, per questo abbiamo deciso di denunciare l’ Italia”. Le motivazioni sono riportate da Repubblica e fanno riferimento, come anticipato anche da TPI, alla vendita delle due fregate militari al governo egiziano: tale vendita “è avvenuta in palese violazione della legge”.
Perché vendere armi a Paesi che si sono macchiati di “gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dagli organi delle Nazioni Unite o dall’Unione europea” è vietato dalla legge 185 del 1990. Un atto, quello dell’esposto, – prosegue Repubblica – che apre una frattura importante tra la famiglia Regeni e il nostro esecutivo: dopo aver visto un figlio sequestrato, torturato e ucciso da apparati di uno Stato estero, così almeno sostiene la procura di Roma, sono costretti, da cittadini, a “difendersi” dal governo italiano. La denuncia è stata presentata, infatti, nell’ambito del procedimento penale aperto dalla procura di Roma sull’assassinio di Giulio.
Il riferimento è quindi alla commessa miliardaria che l’Italia ha chiuso con l’Egitto e che prevede la vendita di due fregate multiruolo Fremm, originariamente destinate alla Marina miliare italiana (la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi), ma anche altre quattro navi e 20 pattugliatori (che potrebbero essere costruiti nei cantieri egiziani), 24 caccia multiruolo Eurofighter e altrettanti aerei addestratori M34.