La denuncia della consigliera di Firenze Bundu: “Emergenza razzismo”
“Prima la targa per Idy Diene ricoperta con la vernice, poi Mike, il ragazzo nigeriano di 28 anni preso a calci e pugni in un sottopasso, ora questa donna, originaria del Camerun e assegnataria di un alloggio popolare con i suoi 6 figli, che mi chiama e mi racconta di ricevere minacce e insulti. Sono episodi da non sottovalutare, io non sono tranquilla, credo che stiamo sdoganando ogni cosa, penso che dobbiamo smetterla di pensare che sono episodi isolati, che ‘forse’ non sono eventi legati al razzismo. Con i ‘forse, forse’ stiamo accettando tutto”.
La denuncia, molto forte, arriva da Antonella Bundu, consigliera comunale a Firenze, che a TPI ha denunciato l’escalation di episodi di intolleranza e razzismo di cui è stata protagonista la città di Firenze e i timori per il clima di odio diffuso nel Paese.
Quarantasette anni, padre della Sierra Leone e madre fiorentina, attivista per i diritti civili in Oxfam, la Bundu è in prima linea per difendere i diritti degli stranieri e di tutti i cittadini di Firenze.
L’ultimo grave episodio è quello che ci ha riportato in esclusiva e riguarda una donna K.S. che ha ottenuto un alloggio popolare in zona “L’Isolotto” a Firenze. “Da quando si è trasferita la donna non è stata accettata da molti condomini e ora teme per i suoi figli. Ha anche denunciato la situazione alla polizia e io stessa ho fatto presente l’episodio a chi di dovere”, racconta la Bundu.
Questo è uno dei messaggi che la donna ha certificato. “No negri”, scritto nell’ascensore del palazzo:
“Io non mi sento sicura, non penso di riceve minacce come donna impegnata in politica, ma potrei riceverne come persona, essendo molto diversa dallo stereotipo dell’italiano a livello fisico, e non mi sento tranquilla. Fra un po’ metteranno in discussione anche la mia nazionalità, quella di mia figlia. Mettono in discussione dei diritti che sinceramente non credevo potessero più essere messi a repentaglio nel 2019. Stanno sdoganando tutto”, ribadisce la Bundu.
Il razzismo in Italia sta diventando un fenomeno sempre più allarmante, tanto che il parlamento ha sentito l’esigenza, su impulso della senatrice a vita Liliana Segre, di creare una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. La Commissione ha ricevuto il via liberà del Senato lo scorso 30 ottobre 2019, con 151 voti a favore e 98 astenuti (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia).
“Trovo vergognoso”, afferma la consigliera, “che la mozione non sia stata votata all’unanimità. Ci sono molte persone che nn si vergognano di dire apertamente quello che un tempo avrebbero detto solo tra le mura di casa”.
Ma il problema riguarda l’Italia intera e non solo Firenze, nonostante il moltiplicarsi di episodi preoccupanti.
“Non penso sia solo Firenze, ma è il clima generale. Certo a Firenze ci sono stati episodi preoccupanti, come la scritta per Idy Diene coperta di vernice, l’aggressione a Mike, l’ambulante nigeriano, e quest’ultimo episodio verso la madre del Camerun”.
“Ormai dati alla mano dobbiamo constatare quali sono le forze legittimate dalle piazze. Ci siamo assuefatti per colpa di questa presenza ingombrante delle forze di destra che non condanna fermamente quanto accade. E l’emergenza sicurezza che viene declinata come una condanna del più debole, del clandestino dipinto sempre come criminale”.
Anche denunciare è difficile, ci vuole coraggio. Si ha paura delle ripercussioni. Un ragazzo che fa l’ambulante in un sottopassaggio e denuncia un’aggressione è da sostenere, ci vuole coraggio. Le ripercussioni potrebbero essere pesanti. Per lui sarà ancora più difficile adesso”.
Lo scorso 10 novembre, la targa apposta in memoria di Idy Diene è stata coperta con della vernice nera. Idy, senegalese, aveva 53 anni quando il 5 marzo 2018 fu ucciso a Firenze con sei colpi di pistola. La comunità senegalese e la consigliera Bundu si sono adoperati per ripristinarla e per dimostrare vicinanza alla famiglia. Oggi alle 15 si sono riuniti sul ponte Vespucci per un atto dimostrativo: