Lo scienziato Rino Rappuoli, padre di tanti vaccini di nuova generazione e attualmente direttore scientifico e il responsabile della attività di ricerca e sviluppo esterna presso GlaxoSmithKline (GSK) Vaccines di Siena, ritiene che la cura a base di anticorpi monoclonali che sta sperimentando contro il Covid-19 potrà essere pronta a febbraio. “Abbiamo accelerato, già a metà dicembre potremo iniziare la sperimentazione della terapia sui pazienti Covid e chiuderla in un mese, un mese e mezzo”, ha dichiarato Rappuoli secondo quanto riporta l’agenzia Agi.
“Dopo l’arruolamento in un mese-un mese e mezzo contiamo di avere i risultati in base ai quali poter chiedere l’autorizzazione al commercio”, ha aggiunto. “La somministreremo prima ai pazienti Covid, così potremo vedere in tempi brevi se funziona così come gli anticorpi monoclonali hanno funzionato per tanti tipi di tumore e di malattie autoimmuni”.
Sul fatto che possa arrivare prima il farmaco o il vaccino, Rappuoli chiarisce che “non c’è una gara tra i due perché sono complementari” in quanto “il vaccino garantisce un’immunità più lunga ma produce i suoi effetti protettivi dopo circa due mesi”. E siccome “la terapia monoclonale azzera da subito la carica virale e serve soprattutto a guarire chi è già infetto”, alla fine “serviranno entrambi”.
A proposito del funzionamento della terapia, Rappuoli spiega: “Stiamo utilizzando gli anticorpi monoclonali prodotti dall’uomo per creare un farmaco. Grazie all’intesa con lo Spallanzani e il Policlinico di Siena, dal sangue dei pazienti convalescenti abbiamo isolato 450 anticorpi in grado di neutralizzare il virus. Poi, con tecniche sofisticate, abbiamo isolato e riprodotto sinteticamente tre super-anticorpi capaci di impedire per sei mesi la replicazione del virus, anche con piccoli dosaggi, con una semplice iniezione sottocutanea. Abbiamo stipulato già un accordo con la Menarini per produrre il farmaco”.
Una decina di giorni fa Rappuoli aveva dichiarato che entro la prima metà del 2021 ci sarebbe stata una prima immissione di vaccini e anticorpi monoclonali umani, con una disponibilità via via crescente nella seconda metà dell’anno. “Fino ad oggi”, aveva spiegato, “abbiamo contenuto il dilagare del contagio con risposte non farmacologiche, dal lockdown al distanziamento, dall’uso delle mascherine al lavaggio frequente delle mani. Lo sviluppo dei vaccini e degli anticorpi monoclonali ci restituirà, ne sono certo, quella normalità che abbiamo perduto”.
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