Rapimento Kata, lo sfogo dei genitori della bambina
Dopo la possibile svolta sulla scomparsa di Kataleya, la bambina di origini peruviane rapita il 10 giugno scorso all’ex hotel Astor di Firenze, con l’iscrizione nel registro degli indagati di cinque ex occupanti dell’albergo, arriva lo sfogo dei genitori della piccola.
In una conferenza stampa che si è tenuta nella mattinata di mercoledì 13 settembre, Katherine Alvarez e Miguel Angel Romero Chicclo, rispettivamente madre e padre di Kata, hanno commentato le indagini e difeso la propria famiglia, finita al centro dei sospetti.
“Quel giorno tornata all’ex Hotel Astor dal lavoro ho avuto una sensazione strana. Non so cosa pensare su mio fratello e mio cognato, spero esca la verità e che qualcuno parli. Non conosco gli altri indagati” ha dichiarato la mamma della bambina.
E ancora: “Sono stanca, sono tre mesi che nessuno sa niente. Io voglio solo trovare mia figlia e che chi ha visto parli. Abbiamo aperto una raccolta fondi e daremo una ricompensa a chi ci aiuterà a scoprire la verità”.
“Mio fratello non sa niente, ho fiducia in lui e anche in mio cognato. Incolpare la mia famiglia mi offende” ha aggiunto il padre di Kataleya.
“Non so nulla delle tracce di sangue trovate sul lavandino, ho appreso solo ieri di questo. In procura non mi dicono niente, noi siamo i genitori, vogliamo sapere almeno qualcosa. Siamo con l’angoscia di non sapere nulla, quindi fare questa cosa di indagare mio fratello e mio cognato mi fa pensare tante cose, che non trovano niente e vogliono mettere nei guai noi, la mia famiglia, e questo non va bene” ha aggiunto Miguel Angel Romero Chicclo.
L’uomo, quindi, ha concluso: “Penso che qualcuno l’abbia rapita ma non so il perché, vogliamo solo la verità. Non ho conti in sospeso con nessuno, la mia famiglia non ha mai fatto nulla di grave. Ho sempre detto tutta la verità”.
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