Ragazzo ucciso a Roma: la ricostruzione dell’omicidio di Luca Sacchi
Nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 ottobre 2019, Luca Sacchi, ragazzo di 24 anni, è stato ucciso a Roma, nella zona di Colli Albani, da un colpo d’arma da fuoco sparato a bruciapelo che lo ha raggiunto alla testa. Per l’omicidio sono stati fermati due 21enni di San Basilio, quartiere di Roma: Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Dopo le prime sommarie ricostruzioni, che parlavano di una rapina finita male, le indagini di carabinieri e polizia si sono concentrate sulla pista della droga. Ecco la ricostruzione completa dell’omicidio secondo quello che sappiamo fino ad ora.
Omicidio Luca Sacchi: l’aggressione
L’omicidio di Luca Sacchi avviene intorno alle 23,30 di mercoledì 23 ottobre. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Luca, personal trainer di 24 anni, e la sua fidanzata di origine ucraina Anastasia Kylemnyk, di 25 anni, sono appena usciti dal pub John Cabot quando vengono aggrediti da due uomini all’angolo tra via Teodoro Mommsen e via Franco Bartoloni, nei pressi del parco della Caffarella, nella zona Appio Latino, a Roma.
I due aggressori provano a derubare lo zaino della ragazza, che viene colpita da una mazza da baseball, ma Luca interviene e per questo viene freddato con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Ad avvertire la polizia sono i frequentatori del pub, che si trova proprio a pochi metri da dove è avvenuta la sparatoria.
Il ragazzo appare sin da subito in condizioni gravissime e viene trasportato al vicino ospedale San Giovanni, dove viene sottoposto a un intervento chirurgico. L’operazione, però, si rivela inutile: Luca, infatti, muore nella tarda mattinata di giovedì 24 ottobre.
Dopo il decesso, i genitori del giovane hanno dato il consenso alla donazione degli organi.
Ragazzo ucciso a Roma: le indagini
Subito dopo l’omicidio, sul luogo del delitto sono arrivati i carabinieri di piazza Dante, che si occupano delle indagini insieme ai militari del Nucleo Investigativo. Secondo quanto ricostruito al momento dalle forze dell’ordine, gli aggressori avrebbero sparato due colpi: uno avrebbe colpito Luca Sacchi, mentre l’altro sarebbe finito all’interno del pub, senza colpire nessuno.
Un secondo bossolo, infatti, sarebbe stato ritrovato proprio all’interno del John Cabot. I carabinieri, che hanno ascoltato sia la fidanzata della vittima che i testimoni oculari, che si trovavano in zona al momento dell’omicidio, sarebbero sulle tracce di due italiani, i quali si sarebbero allontanati a bordo di una Smart a bianca. Su questo, però, le versioni dei diversi testimoni non combaciano: alcuni sostengono che gli aggressori si sarebbero allontanati a piedi, altri a bordo di una moto.
Decisive ai fini delle indagini potrebbero essere le telecamere di sorveglianza della zona, al vaglio degli inquirenti in queste ore.
Luca Sacchi ucciso a Roma: la svolta nelle indagini
La svolta arriva nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 2019. Potrebbe esserci uno scambio di droga finito male dietro all’omicidio di Luca Sacchi, il ragazzo ucciso a Roma la notta del 23 ottobre.
Secondo una prima ricostruzione, fatta dopo l’arresto dei due sospettati, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, la vittima, Luca Sacchi, e la fidanzata, Anastasiya Kylemnyk, la sera dell’omicidio volevano acquistare droga ma poi le cose sono degenerate fino al tragico epilogo.
Dai primi accertamenti, pare che i due sospettati, notando che nello zainetto della donna c’erano parecchi soldi, si sono offerti di procurare lo stupefacente per poi ritornare armati di pistola e rapinare la ragazza. Alla reazione di Luca hanno poi sparato in testa al giovane, che è morto poche ore dopo in ospedale.
La fidanzata, poche ore dopo le indiscrezioni sulla pista della droga, ha smentito: “La droga? Non centra niente. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub”.
La testimonianza della fidanzata di Luca: “Lo hanno ucciso davanti ai miei occhi”
A parlare della Smart bianca sulla quale si sarebbero allontanati gli aggressori è stata Anastasia Kylemnyk, la fidanzata 25enne della vittima. La ragazza, che lavora come babysitter, ha raccontato ciò che era accaduto agli inquirenti. Queste le sue parole: “Eravamo appena usciti dal pub quando mi sono sentita strattonare da dietro. Mi hanno detto ‘dacci la borsa’ poi mi hanno colpita con una mazza”.
A quel punto è intervenuto Luca, che ha bloccato uno dei due rapinatori. L’altro aggressore, però, ha sorpreso il ragazzo da dietro sparandogli a bruciapelo un colpo di pistola alla testa. I due, come detto, si sarebbero poi allontanati a bordo di una Smart bianca.
Chi era Luca Sacchi, il ragazzo ucciso a Roma
“Un bravissimo ragazzo” così lo descrivono le persone di via Vittorio Fiorini, dove Luca Sacchi viveva con i genitori e il fratello, zona non molto distante da dove si è consumato l’omicidio. 25 anni il prossimo febbraio, Luca, dopo il diploma scientifico conseguito al liceo Kennedy, aveva intrapreso la carriera di personal trainer, lavorando in una palestra situata sempre nella zona dell’Appio Latino.
Da circa 3 anni era fidanzato con Anastasia Kylemnyk, con la quale condivideva la passione per lo sport. Chi li conosceva, li descrive come una bellissima coppia che si poteva incontrare spesso tra le vie del quartiere, in compagni del loro cane.
Ricostruzione omicidio Luca Sacchi, la polemica politica: scontro Conte-Salvini
L’omicidio di Luca Sacchi ha scatenato una polemica politica con un durissimo scontro che ha visto protagonisti l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte.
Nel commentare la vicenda del ragazzo ucciso a Roma, infatti, il leader della Lega Matteo Salvini ha accusato il governo Conte bis di aver tagliato i fondi alle forze dell’ordine. Poche ore dopo il delitto, infatti, Salvini aveva affermato: “Da ex ministro dell’Interno fa ancora più male vedere tutta l’insicurezza della Capitale governata dai 5stelle e i tagli disastrosi che Renzi, Conte e Zingaretti fanno al fondo per le forze dell’ordine”.
Durissima la replica del presidente del Consiglio, che ha dichiarato: “Se qualcuno si permette di fare speculazioni su un fatto del genere in campagna elettorale lo trovo miserabile. Si può ingrassare il consenso in tutti modi, ma se si pensa di lucrare consenso in questo modo lo trovo davvero miserabile”. “Qui rischio di arrabbiarmi davvero” ha poi aggiunto il premier.
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