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    Ragazzo ucciso a Roma, il capo della polizia Gabrielli: “Non è la storia di due poveri ragazzi scippati, ma Roma non è Gotham City”

    A sinistra, il capo della Polizia Franco Gabrielli
    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 25 Ott. 2019 alle 15:28 Aggiornato il 25 Ott. 2019 alle 15:34

    Ragazzo ucciso, Gabrielli: ‘Non è la storia di due poveri ragazzi scippati’

    Sulla vicenda del ragazzo ucciso a Roma il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha dei dubbi. “Gli accertamenti che l’autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati”. Quella che era stata affrontata in un primo momento come una rapina finita nel sangue, dunque, sta svelando i suoi contorni incerti. Le indiscrezioni trapelate dalle indagini, infatti, raccontano di un fatto di droga. Luca Sacchi, personal trainer romano di 24 anni, sarebbe stato ucciso in uno scontro con due pusher, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, arrestati la notte successiva all’omicidio avvenuto nell’Appio Latino.

    Gabrielli però resta cauto: “Dico questo tenendo sempre ben presente, non vorrei essere equivocato, che stiamo parlando della morte di un ragazzo di 24 anni”.

    Secondo una prima ricostruzione, la vittima, Luca Sacchi, e la fidanzata, Anastasiya Kylemnyk, la sera dell’omicidio volevano acquistare droga ma poi le cose sarebbero degenerate fino al tragico epilogo. Dai primi accertamenti, pare che i due ragazzi fermati, notando che nello zainetto della donna c’erano parecchi soldi, si sono offerti di procurare lo stupefacente per poi ritornare armati di pistola e rapinare la ragazza. Alla reazione di Luca in difesa della fidanzata hanno poi sparato in testa al giovane, che è morto poche ore dopo in ospedale.

    La vicenda, intanto, sta facendo molto discutere sulla sicurezza nella Capitale. “Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno lo neghi, ma rappresentarla come Gotham City…”. È sempre Gabrielli a intervenire nel dibattito. I responsabili, ha aggiunto, “sono stati subito individuati e sono stati definiti i contorni di una vicenda che con una città alla deriva ed in mano al crimine ha poco a che fare”.

    “Sono soddisfatto – ha proseguito – della risposta delle forze di polizia, che hanno agito in maniera sinergica, senza gelosie. E non posso non notare, con un certo sollievo – ha sottolineato sul ragazzo ucciso a Roma Gabrielli – che questa vicenda, sotto il profilo dell’accertamento della verità, ha visto coinvolta la stessa famiglia di uno degli autori dell’efferato gesto”.

    Infine, Gabrielli lancia un monito alle forze dell’ordine in merito all’uso dei social: i poliziotti devono usare “massimo equilibrio, cautela e attenzione” nella partecipazione a forum sul web, non rivelare informazioni sulle attività di servizio e tenere anche on line un “comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle libertà fondamentali, della dignità della persona e di non discriminazione”.

    Il capo della Polizia, in questo momento particolarmente delicato, lo ha messo siglato a penna in una circolare sull’utilizzo dei “social network e applicazioni di messaggistica” da parte degli operatori della Polizia di Stato.

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