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    La rete si mobilita per la Sea Watch, è boom di donazioni: raccolti oltre 180mila euro

    Un'immagine postata sul profilo twitter della Sea Watch, 27 giugno 2019. ANSA/TWITTER/SEA WATCH ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++ ++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA++
    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 27 Giu. 2019 alle 09:10 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:33

    Raccolta fondi Sea Watch

    La comandante di Sea Watch 3, Carola Rackete (qui il suo profilo), sfida il ministro dell’Interno Matteo Salvini, forza il blocco ed entra nelle acque territoriali italiane. Per aver violato il divieto, la 31enne tedesca ai sensi del decreto sicurezza bis, rischia una sanzione amministrativa che va dai 10mila ai 50mila euro.

    Sea Watch 3, la nave in stallo davanti al porto di Lampedusa dopo aver forzato il blocco

    Ma il mondo non resta a guardare. Per salvare le 42 persone a bordo della nave della Ong, in balia del mare da due settimane, la capitana ha infranto la legge, ma sono in tanti a pensare che legalità e giustizia sociale siano due cose ben distinte. Per questo in molti si sono mobilitati, dimostrando concretamente di stare dalla parte della capitana Rackete.

    Protagonista, ancora una volta, è il web. Alle 15 del 26 giugno su Facebook è stata lanciata una raccolta fondi, alle 8 del giorno dopo sulla pagina “Raccolta fondi per spese legali e sanzioni per Seawatch 3” si legge che sono stati raccolti oltre 66mila euro. E dopo ventiquattro ora la cifra delle donazioni è arrivata a oltre 180mila euro.

    Cosa rischiano la Sea Watch e la sua capitana Carola Rackete in base al decreto sicurezza bis

    “Il capitano Carola di Seawatch 3 sta entrando in acque territoriali italiane. Difendiamola”, si legge sulla pagina Facebook.

    “Sono responsabile dei 42 naufraghi salvati in mare che non ce la fanno più, le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico. Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone salvate dalla Sea Watch 3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti condanne in Italia. Aiutaci a difendere i diritti umani, condividi questo post e fai una donazione per la sua difesa legale”, si legge ancora.

    “Per Sea-Watch il tuo contributo farà la differenza, piccolo o grande che sia. Ogni contributo è utile. Grazie per il tuo sostegno. Ho incluso le informazioni su Sea-Watch di seguito. “In caso non fosse necessario usare i fondi, questi rimarranno a disposizione di Sea-Watch per la prossima missione”, scrive Franco Matteotti, che ha lanciato la raccolta fondi.

    Il dato straordinario è che, in meno di 24 ore, sono stati raccolti decine di migliaia di euro da una campagna proposta da un cittadino comune. Il passaparola sul web ha permesso di raggiungere un obiettivo insperato, in così poco tempo. La mobilitazione è stata tale sui social da smuovere le coscienze di quei tanti che, sentendosi impotenti di fronte alla situazione tragica che 42 persone a bordo della Sea Watch stanno vivendo, si aggrappa a una raccolta fondi.

    Come scrive Arianna Ciccone di Valigia Blu, “una forma di attivismo digitale per contrastare la violenza delle parole che si è fatta potere si trasforma in vero e proprio atto politico”.

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