Nuove misure sono al vaglio del Consiglio dei ministri per far fronte all’aumento incontrollato dei contagi Covid che si sta registrando in questi giorni in Italia e nel mondo. Da indiscrezioni sembra che presto il green pass “tradizionale”, cioè quello ottenuto anche tramite tampone, sarà fortemente ridimensionato.
La direzione verso cui si muove il governo di Mario Draghi è l’estensione del green pass rafforzato a tutti i lavoratori. Il ministro della salute Roberto Speranza è molto preoccupato e, come i ministri del Pd, spinge per il massimo rigore. La Lega e il M5s mostrano mote perplessità per un obbligo vaccinale de facto, entrambi avevano stoppato l’imposizione del vaccino proposto da Brunetta per la Pubblica amministrazione. Draghi però era d’accordo e vista l’impennata della curva epidemiologica l’obbligo per la PA potrebbe essere un primo passo. Ecco le principali misure anti Covid allo studio.
Quarantena
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha convocato per questa mattina una seduta straordinaria in cui si discuterà la proposta dei governatori per alleggerire la quarantena e potenziare il tracciamento. Oggi in caso di contatto con un positivo chi non è immunizzato è obbligato all’isolamento di 10 giorni, chi ha fatto due dosi si ferma solo 7 giorni. Dalle regioni arriva la richiesta che la quarantena venga ora riservata solamente ai “contatti non vaccinati”.
Il Cts
La proposta delle Regioni dovrà essere esaminata dal Comitato tecnico scientifico ma alcuni membri hanno però già espresso forti dubbi sull’ipotesi avanzata e hanno considerato “irricevibile” il documento. Si discute della necessità di stringere anziché allentare il controllo sulla diffusione del virus. I tecnici considerano addirittura “da brividi” l’idea di azzerare la quarantena: “Sembrerebbe un liberi tutti in un momento drammatico”.
La scuola
Le regioni, sulla base dell’alta incidenza di contagi tra i più giovani, spingono per il prolungamento delle vacanze natalizie. Ma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi assicura che le scuole riapriranno in presenza il 10 gennaio “a eccezione di quelle dove ci sono molti casi”. Il presidente del Consiglio Draghi è determinato a scongiurare il ritorno in dad, ma se nella settimana del 3 gennaio i dati saranno ancora in aumento, non è escluso che vengano presi provvedimenti di chiusura in alcune aree.
I tamponi
La dura lezione di queste ore è che i tamponi rapidi, soprattutto fai-da-te, hanno un margine troppo ampio di errore. Per questo alcuni scienziati e i presidenti delle Regioni chiedono di rivedere il sistema di testing. “Se il governo deciderà di obbligare tutti i lavoratori a vaccinarsi – spiega un ministro – i tamponi antigenici non serviranno più per il green pass base e potranno essere eliminati”.