Quali sono i cani più longevi? Lo studio che rivela le razze che vivono di più
Quali sono i cani più longevi al mondo? Questa domanda se la sono posta alcuni ricercatori della National Taiwan University e del Royal Veterinary College che hanno pubblicato uno studio sulla rivista Scientific Reports. Per portarla a termine sono state raccolte informazioni sulle aspettative di vita dei cani nel Regno Unito. Il team ha valutato oltre 30 mila cartelle con i dati associati alla morte di cani, avvenute in tutto il Regno Unito dal 2016 al 2020. I risultati? Stando a quanto emerge dall’indagine, i più longevi risultavano i Jack Russell Terrier, con un’aspettativa di vita media di 12,72 anni, seguiti da Yorkshire Terrier, che invece vivevano mediamente 12,54 anni. In terza posizione i Border Collie, con una prospettiva di circa 12,10 anni. Subito sotto gli Springer Spaniel, con 11,92 anni, poi i meticci (11,82), anche loro presi in considerazione, e poi Labrador Retriever (11,77 anni).
Lo studio mette in evidenza il problema di alcuni dei cani brachicefali, ossia le razze caratterizzate da un muso piatto, come i Bouledogue francesi, che hanno una vita media di 4,53 anni, e come i Carlini e i Bulldog inglesi che arrivano a 7,65 anni.
Un dato che torna ancora una volta a porre sotto i riflettori queste tipologie di cani sempre più amate – nel Regno Unito i Bouledogue francesi hanno oramai ha superato di gran lunga il Labrador – ma su cui l’associazione dei veterinari inglesi ha lanciato nel 2021 una campagna d’informazione chiamata #BreedToBreathe (“Alleva per respirare”): queste razze, spesso di moda perché viste al fianco di star dello spettacolo, soffrono di gravi patologie perché la loro conformazione fisica è di fatto un’anomalia che li porta ad avere gravi problemi respiratori e infiammazione agli occhi.
C’è chi non si è limitato alla campagna d’informazione: nel gennaio scorso il tribunale distrettuale di Oslo, in Norvegia, con una sentenza ha vietato l’allevamento del Cavalier King Charles Spaniel e il Bulldog inglesi: la norma impone che “l’allevamento promuova caratteristiche che diano animali in buona salute”. Ciò significa che gli animali selezionati con funzioni fisiche che non ne tutelino l’integrità o il benessere non possano essere utilizzati per la riproduzione.