A Torre Maura, nella periferia est di Roma, è ancora alta la tensione dopo le dure proteste dei cittadini del quartiere contro l’arrivo di 70 persone di etnia rom e sinti, che dovevano essere accolte in una struttura del Comune in via dei Codirossoni.
La rivolta cittadina ha sortito gli effetti sperati: il Campidoglio ha annunciato l’intenzione di ricollocare i 70 rom, tra cui 33 bambini e 22 donne (tre in stato avanzato di gravidanza). Eppure, gli abitanti hanno continuato a manifestare anche nel pomeriggio di mercoledì 3 aprile.
La gente è rimasta in strada a vigilare affinché il Comune non facesse marcia indietro. Nel pomeriggio i primi rom hanno iniziato a lasciare la struttura su un pulmino scortato dai vigili del fuoco. I cittadini di Torre Maura, però, non hanno smesso di provocarli. Con l’appoggio di alcuni esponenti dell’estrema destra, su tutti CasaPound e Forza Nuova.
Prima una bomba carta è stata lanciata nello stesso momento in cui il pulmino dei servizi sociali prelevava alcune delle persone inizialmente destinate al centro di accoglienza di via Codirossoni.
Poi minacce e insulti sono stati rivolti agli altri nomadi, affacciati alle finestre della struttura in cui si trovano temporaneamente. “Scimmia di mer.., te ne devi andare, esci fuori che ti ammazzo”, ha urlato qualcuno. “Sì, ora ce ne andiamo”, ha risposto uno dei nomadi.
In più, contro il furgone che trasportava i primi rom altrove sono arrivati calci e manate. Un piccolo gruppo di manifestanti ha anche esibito il saluto romano, cantando l’inno di Mameli e accendendo alcuni fumogeni.
Alla fine, nel pomeriggio del 3 aprile sono stati trasferiti circa venti rom. Le operazioni riprenderanno oggi, 4 aprile, e non si escludono nuovi presidi da parte dei cittadini di Torre Maura.
La procura di Roma, nel frattempo, ha deciso di aprire un’indagine sui fatti accaduti a Torre Maura, con gli atti di intolleranza da parte dei cittadini del quartiere, che hanno bruciato anche alcuni cassonetti e un’auto, oltre a calpestare i panini destinati ai rom della struttura.
I reati ipotizzati sono di danneggiamento e minacce aggravate dall’odio razziale.
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