Dodici persone sono indagate dalla Procura di Roma per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa. Tra loro c’è anche una donna, Francesca Rizzi, 39enne originaria di Pozzo d’Adda (Milano), che nel 2019 partecipò e vinse il concorso “Miss Hitler” svolto sul social network Vk.
Rizzi, autrice di post sui social con insulti e odio nei confronti degli ebrei, fa parte del gruppo antisemita “Ordine Ario Romano” sul quale i pm di Roma, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, hanno concentrato la loro attenzione. Dalle indagini è emerso che il gruppo pubblicava sui social video e immagini razzisti e discriminatori accompagnati anche da tesi complottiste nei confronti del popolo ebraico. Secondo l’accusa, Rizzi aveva cercato contatti con il gruppo estremista portoghese “Nova Ordem Social“. La 39enne era anche tra gli indagati dell’inchiesta del novembre 2019 della Procura di Caltanissetta per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva e istigazione a delinquere.
Il procedimento ha portato oggi i carabinieri del Ros ad effettuare una serie di perquisizioni in tutta Italia. Degli indagati, che hanno un’età compresa tra i 26 e i 62 anni, 6 vivono nel Lazio (di cui 4 a Roma), 3 in Sardegna, uno in Calabria, uno in Abruzzo e uno in Lombardia. Come riporta Repubblica, il gruppo progettava, fra l’altro, una possibile azione, ancora in fase embrionale, ai danni di una struttura della Nato per mezzo di ordigni esplosivi artigianali confezionati attraverso istruzioni reperite sul web.
Gli indagati sono stati raggiunti dal provvedimento dell’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. I dodici hanno avuti rapporti “via social” con Marco Gervasoni, il professore universitario indagato in un’altra indagine per minacce a offese al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Il mio ringraziamento alla Procura di Roma e al Ros per l’operazione di questa mattina che ha portato allo smantellamento di un gruppo antisemita che voleva colpire ebrei ed extracomunitari”, ha commentato Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma. “Questo dimostra come l’antisemitismo sui social è spesso organizzato in maniera scientifica, ed è preludio a forme di violenza più gravi. È da tempo che invitiamo a riflettere su come esista una strategia ben precisa dei gruppi nazifascisti e negazionisti per inondare i social di contenuti razzisti e antisemiti al fine di creare il clima per degli attacchi fisici. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione affinché il web non diventi punto di ritrovo e di proselitismo dei gruppi suprematisti”.
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