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    Prato, parla la professoressa incinta dell’alunno: “Ero innamorata, ma lui aveva già 14 anni”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 3 Apr. 2019 alle 12:32

    “Ero innamorata. Ho perso la testa, ma non l’ho toccato fino a quando non ha compiuto 14 anni”. La professoressa di 31 anni di Prato, finita nell’occhio del ciclone per la sua relazione con un ragazzino di 14 anni da cui ha avuto anche un figlio e finita poi anche agli arresti domiciliari, ha risposto così alle domande del gip durante l’interrogatorio di garanzia, come riportato da Il Resto del Carlino.

    La donna, una operatrice socio sanitaria che impartiva lezioni di inglese al ragazzo (oggi 15enne) è accusata di atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione. Davanti al giudice per le indagini preliminari ha di fatto confermato la versione dei fatti che aveva già reso nei giorni scorsi: secondo la donna, i rapporti sessuali con l’alunno sono iniziati solo quando lui ha compiuto 14 anni.

    Non un dettaglio da poco, dal momento che se ciò venisse confermato cadrebbe nei confronti della professoressa l’accusa di violenza sessuale su minore. Nei giorni successivi all’arresto della donna, durante la perquisizione nel suo appartamento gli investigatori avevano scoperto che la donna frequentava alcuni siti pedopornografici.

    Prato, lo sfogo del 14enne che ha avuto un figlio con la Oss-insegnante

    Dall’analisi del suo pc e del suo cellulare, inoltre, erano emersi centinaia di messaggi tra la 31enne e l’alunno. Oggi, agli atti, risultano infatti 175 pagine di trascrizioni di chat, tra cui un passaggio in cui la donna sosteneva di volersi uccidere se lui non fosse andato a casa sua.

    Secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’insegnante avrebbe ricattato per mesi il giovane, minacciandolo di rivelare a tutti la loro relazione e la vera paternità del bambino, che oggi ha sette mesi.

    A questo proposito, nei giorni scorsi la procura, che chiederà per la donna il giudizio immediato, ha anche chiesto l’esame del dna sul secondo figlio della donna, per accertarsi che il padre sia davvero il marito della donna, indagato a sua volta per la falsa dichiarazione di paternità del bimbo.

    La procura, poi, ha inoltrato al gip la richiesta di incidente probatorio per il giovane. In questo modo, l’alunno verrà ascoltato in modalità protetta e tutte le sue dichiarazioni potranno essere utilizzate nell’eventuale processo, senza che lui debba tornare in aula.

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