Covid, Prof di Jesi invia messaggio negazionista agli studenti
Matteo Cesaroni, professore di matematica e fisica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi, ha diffuso in una chat di una terza classe messaggi “negazionisti”: “Non c’è nessuna emergenza sanitaria, la tv racconta solo balle su balle, muoiono persone di tumore e le classificano Covid”; “L’obiettivo di tutta questa storia è farvi fare il prossimo vaccino che non sarà un vaccino normale, inietteranno nanoparticelle capaci di interagire con segnali 5G per il controllo della vostra salute”. Non è uno scherzo. Il prof ha inviato quindi i suoi studenti a uscire lungo corso Matteotti, davanti il liceo di Jesi, la loro scuola, “per farsi sentire” e far documentare il tutto da un giornalista di fiducia.
Gli studenti hanno inoltrato il messaggio del prof al dirigente scolastico del liceo, Floriano Tittarelli, che è rimasto incredulo. Come si legge su Il Resto del Carlino: “La mia proposta è questa – scrive il prof -: visto che è bel tempo, perché non venite seduti lungo il Corso, davanti alla scuola facendo Dad col cellulare per farvi sentire un po’? Che cavolo fate a casa da soli nella deprimente camera in cui c’è solitudine e non crescita in tutti i sensi? Lo so che non è facile ma se ci organizziamo almeno un giorno per farsi sentire si può fare. Io chiamo un giornalista cosi ci fa l’articolo”.
Un invito che parte dalla premessa che “questa storia del virus abbia proprio trotto le scatole. Non c’è nessuna emergenza sanitaria, la tv racconta solo balle su balle”. Perché di fatto “muoiono persone di tumore e le classificano Covid. Negli ospedali vengono ammessi pazienti Covid con sintomi influenzali solo perché si prendono soldi per ogni paziente di quel tipo”. E aggiunge: “Tutti i tamponi non servono ad altro che destabilizzare e far credere che ci sia una pandemia, quando il tampone neanche distingue il tipo di virus Sars da un altro”.
Il professore nelle ultime ore ha fatto un passo indietro: “I ragazzi sanno che io non sono un negazionista poiché il virus esiste, l’ho sempre detto, ed ha fatto ciò che tutti sappiamo, ma la cosa che ho voluto dire agli alunni è che probabilmente certe emergenze potevano essere affrontate diversamente, con più consapevolezza scientifica”.
Il prof si difende dall’etichetta di “negazionista” sottolineando che “poche righe possono essere largamente fraintese se lette da persone che non mi conoscono, mentre i ragazzi a scuola ne hanno capito sicuramente il senso, tanto che effettivamente nessuno ha pensato veramente di accogliere la mia idea provocatoria di fare la didattica digitale di fronte alla scuola”.