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    Processo per depistaggio sul caso Cucchi: chi sono i carabinieri imputati e di cosa sono accusati

    I nomi e le accuse rivolte agli otto carabinieri a processo per il depistaggio sul caso Cucchi

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 11 Nov. 2019 alle 16:08 Aggiornato il 12 Nov. 2019 alle 12:49

    Processo per depistaggio sul caso Cucchi: chi sono i carabinieri imputati e quali sono le accuse contro di loro

    Domani, martedì 12 novembre, è il giorno in cui inizia il processo per depistaggio nel quale sono imputati otto carabinieri, tra cui alcuni vertici dell’Arma, accusati a vario titolo di falso e depistaggi sulla morte di Stefano Cucchi.

    Il 31enne romano è stato trovato morto in una stanza nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto.

    Il processo si svolgerà presso la settima sezione penale del Tribunale di Roma. Il suo inizio arriva a pochi giorni da due importanti sentenze sul caso Cucchi: quella di primo grado nei confronti dei cinque carabinieri imputati nel processo-bis e quella d’appello nei confronti dei medici del Pertini.

    I legali dei familiari di Stefano Cucchi hanno chiesto al giudice monocratico Federico Bonagalvagno di astenersi dopo aver appreso da fonti aperte che il giudice aveva organizzato convegni a cui avevano partecipato alti ufficiali dell’Arma.

    Ma chi sono gli otto carabinieri imputati nel processo per depistaggio sul caso Cucchi? E quali sono le accuse contro di loro?

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    Gli otto carabinieri coinvolti nel processo sul depistaggio, tra cui ci sono anche alti ufficiali, sono indagati a vario titolo per falso, omessa denuncia, calunnia e favoreggiamento. Vediamo nel dettaglio per cosa sono imputati.

    Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo, Luciano Soligo, Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano sono accusati di falso ideologico; Lorenzo Sabatino e Tiziano Testarmata sono accusati di omessa denuncia e favoreggiamento, mentre Luca De Cianni è imputato falso ideologico e calunnia.

    La questione delle “doppie annotazioni”

    Il generale Casarsa, che nel 2009 era alla guida del gruppo Roma, è accusato di falso insieme ai colonnelli Soligo e Cavallo. Secondo il pm Musarò, avrebbe chiesto infatti la modifica di una prima annotazione di servizio redatta da Di Sano riguardante le condizioni di salute di Stefano Cucchi. Nel documento, era scritto che Cucchi lamentava dolori al costato e che non poteva camminare.

    Soligo, a sua volta, avrebbe ordinato a Di Sano, anche per il tramite del luogotenente Colombo Labriola, di redigere una seconda annotazione di servizio, con data falsa del 26 ottobre 2009, nella quale si attestava in modo falso che “Cucchi riferiva di essere dolorante alle ossa sia per la temperatura fredda/umida che per la rigidità della tavola del letto ove comunque aveva dormito per poco tempo, dolenzia accusata per la sua accentuata magrezza omettendo ogni riferimento alle difficoltà di deambulare accusate da Cucchi”.

    L‘altra annotazione di servizio al centro dell’attenzione degli inquirenti è quella, sempre del 26 ottobre del 2009, redatta dal carabiniere scelto Gianluca Colicchio, che non è indagato. Il militare sarebbe stato indotto a sottoscrivere una nota in cui falsamente attribuiva allo stesso Cucchi ‘uno stato di malessere generale, verosimilmente attribuito al suo stato di tossicodipendenza’, omettendo ogni riferimento ai dolori al capo e ai tremori manifestati dall’arrestato”.

    Questi fatti sarebbero stati compiuti con l’aggravante di volere procurare l’impunità dei carabinieri della stazione Appia, responsabili di avere cagionato a Cucchi le lesioni che nei giorni successivi gli determinarono il decesso”.

    Il presunto depistaggio del 2015

    Un altro episodio di depistaggio risalirebbe invece al novembre 2015 quando, nell’ambito dell’indagine bis, l’ex capo del Reparto operativo della capitale Lorenzo Sabatino e il capitano Testarmata, delegati dalla procura ad acquisire nuove carte, si resero conto della falsità di queste annotazioni del 2009 ma non segnalarono il fatto all’autorità giudiziaria, favorendo in questo modo gli autori degli stessi falsi.

    Inoltre, Testarmata è accusato di non aver segnalato che il registro di fotosegnalamento dell’epoca era stato alterato, con il nome di Cucchi cancellato col bianchetto. Testarmata non acquisì il documento originale né citò la circostanza nella relazione di servizio.

    La calunnia nei confronti di Casamassima

    Il carabiniere Luca De Cianni è accusato di falso e calunnia perché in una nota di polizia giudiziaria accusò Casamassima di aver fatto dichiarazioni gradite alla famiglia Cucchi dietro la promessa di denaro da parte di Ilaria, sorella di Stefano.

    Scrisse che Casamassima gli avrebbe riferito che Cucchi la sera dell’arresto tentò gesti di autolesionismo e che fu solo schiaffeggiato, non certo pestato.

    Per la sua collaborazione con la magistratura, il carabiniere Casamassima ha subito pressioni e ritorsioni, compreso un trasferimento ad altro incarico e relativo demansionamento.

    Caso Cucchi, gli altri processi

    La sentenza della Corte d’assise nel processo Cucchi bis, nel quale sono imputati cinque carabinieri, è attesa per il 14 novembre. L’ultima udienza si tiene domani, 12 novembre, presso l’Aula bunker del carcere di Rebibbia.

    Sempre giorno 14, la Corte d’appello emetterà il verdetto nel processo ai cinque medici dell’ospedale Pertini per omicidio colposo.

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