Processo Cucchi bis: la difesa del maresciallo Roberto Mandolini
Nella mattinata di oggi, mercoledì 6 novembre, nell’aula bunker di Rebibbia, a Roma, è andata in scena l’arringa finale della difesa del maresciallo Roberto Mandolini, tra gli imputati nel processo Cucchi bis.
Mandolini è uno dei carabinieri imputati di falso e calunnia nell’ambito del dibattimento sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano morto nel 2009 una settimana dopo essere stato arrestato per droga.
Il legale di Mandolini, Piero Frattarelli, ha difeso il suo assistito affermando che: “Le tesi accusatorie sono infondate e ricche di suggestioni. La logica e il buonsenso sono state prese a randellate in questo processo”.
L’arringa difensiva si è concentrata soprattutto nei confronti del carabiniere Francesco Tedesco (qui il suo profilo), che grazie alle sue dichiarazioni ha indicato le responsabilità nel pestaggio nei confronti di Stefano Cucchi da parte di alcuni componenti dell’Arma.
Tedesco secondo Frattarelli è “un bugiardo e un calunniatore, è documentalmente dimostrato. Non è quell’angelo che descrivono i suoi difensori”.
Nei confronti di Mandolini, il pm Giovanni Musarò aveva chiesto 8 anni di reclusione per il reato falso e “il non doversi procedere” per la prescrizione del reato di calunnia di cui era anche accusato.
Tuttavia, il legale del maresciallo ha chiesto l’assoluzione per entrambi i reati anche perché, nel caso della seconda accusa a suo avviso, “Chiedere la prescrizione sarebbe una resa”.
La prossima udienza si terrà il 12 novembre quando ci saranno le arringhe difensive dei legali di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale e per i quali il pm ha chiesto 18 anni di reclusione.
La sentenza, invece, è prevista per il prossimo 14 novembre.
Leggi l'articolo originale su TPI.it