Alla stregua dei fatti di Casal Bruciato o Torre Maura, anche la vicenda dello sgombero della ex scuola Don Calabria in via Cardinal Capranica a Primavalle (nella periferia di Roma Nord) ha suscitato una viva polemica. Questa volta le controversie sono state catalizzate dalla foto divenuta simbolo dell’evacuazione forzata, quella che ritrae un bambino nell’atto di uscire dall’edificio, scortato dalla polizia e portando con sé alcuni libri (che si presume siano suoi).
Pubblicata da diversi giornali online, l’immagine ha avuto una forte eco mediatica. Non potevano mancare, a margine, i commenti negativi di alcuni utenti che l’hanno giudicata uno strumento di propaganda politica, fino addirittura a metterne in dubbio l’autenticità.
Nel mirino di molti utenti, i giornalisti colpevoli di “avere inventato” questa foto (ci si potrebbe domandare come si fa a “inventare” una foto, soprattutto in circostanze come quelle dello sgombero di Primavalle).
“Solita foto strappalacrime dai giornalisti-propagandisti per far leva sul pietismo”, commenta qualcuno.
Un utente ha poi stimato che i libri che il bambino tiene fra le braccia siano in realtà Corani, o vecchi testi “da centro sociale” che non legge nessuno.
I commenti scettici continuano sugli stessi toni anche su Twitter. Qualcuno arriva addirittura a sostenere che i giornalisti abbiano pagato il bambino per scattare la foto.
Ma anche: “Sai che c’è Brulichiamo di scienziati rom e magrebini di seconda generazione, pensa te che siamo a corto di libri perché li divorano…”
Contrariamente a quanto sostenuto da questi e altri utenti, la foto è autentica e ritrae un momento realmente accaduto (fra i tantissimi altri) durante lo sgombero dell’ex scuola di Primavalle. Guardandola, ognuno può farsi l’idea che vuole.
In realtà, le foto divenute simboli dei fatti del 15 luglio sono due, ma il momento che ritraggono è lo stesso: una è di Massimo Percossi per ANSA, l’altra di Cecilia Fabiano per a LaPresse.
Leggi l'articolo originale su TPI.it