La Polonia contro Enrico Mentana per le sue parole su Auschwitz
L’ambasciata della Polonia replica alle dichiarazioni di Enrico Mentana che, in merito alle polemiche sorte in seguito alla liberazione di Silvia Romano e alla sua conversione all’Islam, aveva scritto un post sul suo profilo Facebook tirando in ballo il “campo di Auschwitz che sorgeva nella cattolicissima Polonia”. Parole che evidentemente non sono piaciute all’ambasciata polacca. Ma procediamo con ordine. Nella giornata di lunedì 11 maggio, il direttore del TgLa7 ha scritto su Facebook: “A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto “avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”) voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora”.
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Le parole di Mentana hanno scatenato la reazione dell’ambasciata della Polonia, che ha ritenuto di dover replicare al giornalista sottolinenando che “affrontando temi così complessi bisogna stare estremamente prudenti, evitare generalizzazioni ingiustificate e penalizzanti che sono sempre pericolose e impediscono un dibattito onesto”. In una nota, l’ambasciata polacca ha quindi replicato: “È vero che la Polonia ai tempi della Seconda guerra mondiale era molto cattolica. È necessario però, sempre e soprattutto, sottolineare che durante quel conflitto globale la Polonia era occupata dai nazisti, quindi ogni affermazione che può suggerire o far presupporre che Auschwitz era stato costruito in Polonia, perché essa era cattolicissima, mettendo quindi in relazioni questi due elementi, è profondamente sbagliato, unico e ingiustificato”. Il “più grande campo di concentramento – si legge ancora nel comunicato – è stato localizzato in Polonia, ma certo non per questa ragione, ma piuttosto è in Polonia che viveva il maggior numero di ebrei in Europa e che la posizione era facilmente raggiungibile da trasporti da tutti i territori occupati dai nazisti”.
Nella mattinata di martedì 12 maggio è arrivata la controreplica di Mentana che sui social ha scritto: “Alcuni troll hanno provato a gettarmi fango (la materia di cui son fatti) per il post su Auschwitz, aizzando pure l’incolpevole ambasciata polacca. Fanno solo pena e ribrezzo, ma del resto lo facevano già prima. Come è successo a altri troll di diversa tribù poche settimane fa, la loro ‘sollevazione’ serve soltanto a rendere visibile la struttura dei gruppi organizzati e affiliati sul web, materiali per lo studio delle ‘echo chambers’ e delle reti di propaganda social. Ribadisco ovviamente quel che ho scritto, e che del resto è stato da subito ben chiaro a tutti i lettori italiani non malintenzionati. Quelli che si indignano quando leggono frasi come ‘Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?’ nel giorno del ritorno di Silvia Romano”.
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