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    Bologna, il quartiere Pilastro scende in strada dopo il blitz di Salvini: “Qui non è il Bronx”. Il ragazzo del citofono: “Ora per tutti sono uno spacciatore”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 24 Gen. 2020 alle 23:07 Aggiornato il 25 Gen. 2020 alle 12:53

     

    Bologna, il quartiere Pilastro scende in strada dopo il blitz di Salvini: “Qui non è il Bronx”. Il ragazzo del citofono: “Ora per tutti sono uno spacciatore”

    “Il Pilastro reagisce, il Pilastro è una comunità che vuole essere rispettata, il Pilastro è un’altra cosa”. Centinaia di cittadini si sono riuniti nel quartiere di Bologna del Pilastro per protestare contro la “citofonata” di martedì 21 gennaio di Matteo Salvini.

    E celebrare il tessuto sociale di una periferia molto diversa da quella dipinta dai messaggi che la Lega ha diffuso attraverso il tour dell’ex vicepremier. “L’unico politico che è venuto qui con la scorta”, dice qualcuno.

    “Troppo facile venire in un territorio fragile, entrare nella piazza di cittadini privati e amplificare il racconto con l’aiuto dei media”, osserva il sindaco di Bologna, Virginio Merola. E aggiunge: “Qui non è il Bronx”.

    Insieme al primo cittadino i rappresentanti di fondazioni, scuole, associazioni di volontariato e centri ricreativi sono intervenuti di fronte alla biblioteca del quartiere, a due passi dal monumento eretto in onore dei caduti della Uno Bianca, il gruppo terroristico che ha mietuto vittime tra le forze dell’ordine proprio al Pilastro tra gli anni ’80 e ’90. Un passato di cui il quartiere porta ancora le ferite.

    “La nostra comunità è stata ferita da uno che è venuto qui pochi minuti lasciando lacerazioni profonde, perché ha esposto a pericoli chi ha fatto segnalazioni e una famiglia con un ragazzo minorenne che è stato messo alla gogna”, afferma a gran voce Stefano Borsaro, presidente del quartiere San Donato-San Vitale.

    “Noi vogliamo ricordare che qui non ci sono marocchini o tunisini, ma solo cittadini”, dichiara un membro della Casa Famiglia di Pilastro.

    E tra i cittadini scesi in strada anche Iaia, il ragazzo oggetto della provocazione di Salvini. “Fino all’altro giorno ero solo Iaia la cartola, ora sono Iaia lo spacciatore”, afferma timido. Ma attorno a lui si sente il calore degli abitanti del Pilastro, l’amicizia dei coetanei e delle famiglie che lo conoscono da sempre. E un tessuto di cittadinanza attiva di cui gli abitanti vanno orgogliosi, nonostante i problemi della periferia.

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