Piero Angela, la vita del padre della divulgazione scientifica
“È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”. Con queste parole Piero Angela, morto oggi, sabato 13 agosto, all’età di 93 anni, saluta il suo pubblico. Un addio (scritto nei giorni scorsi e pubblicato oggi) affidato al profilo social di Superquark, il programma che insieme a Quark, lo ha reso il celebre divulgatore scientifico che ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica. Piero Angela non ha mai perso la curiosità e il gusto di raccontare, incuriosire e far crescere generazioni di spettatori. Qualità che emergono nelle sue ultime parole di commiato dal pubblico insieme alla passione per l’approfondimento e al senso di responsabilità e rigore con cui ha sempre affrontato il suo lavoro.
Alle spalle decine di programmi, inchieste, approfondimenti, dodici lauree honoris causa, una quarantina di libri, la medaglia d’oro della cultura italiana, le onorificenze di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimenti in Italia e all’estero.
Nel suo lungo viaggio tra preistoria, passato e futuro, tra i globuli rossi ingranditi in 3D, guidando il pubblico tra i segreti del cosmo, perfino apparendo sotto forma di ologramma, ha preso in mano gli spettatori e li ha portati con sé, in mezzo a mille peripezie, incontri, scoperte e avventure.
Nato a Torino il 22 dicembre 1928, papà psichiatra e “una mamma che voleva a tutti i costi che studiassi musica“, testimone oculare di due secoli, Piero Angela ha iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, poi inviato e conduttore del tg (dal 55 al 68 è stato corrispondente del telegiornale prima da Parigi e poi da Bruxelles), nel 76 è stato il primo conduttore del Tg2. Poi ancora inventore e conduttore di programmi che hanno contribuito a diffondere tra gli italiani una cultura scientifica. Negli anni Settanta ha introdotto i documentari scientifici (“Destinazione uomo” e “Indagine sulla parapsicologia”), nell’81 ha inventato la formula “Quark“, al quale sono seguiti i suoi derivati (Quark economia, Mondo di Quark, Quark scienza). Negli anni Novanta, con il figlio Alberto, ha realizzato “Il pianeta dei dinosauri”, “Ulisse” e “Superquark”.
Ha firmato decine di libri, a sfondo divulgativo, “Nel cosmo alla ricerca della vita” (1980); “La macchina per pensare” (1983); “Oceani” (1991); “La sfida del secolo” (2006); “Perché dobbiamo fare più figli” (con L. Pinna, 2008); “A cosa serve la politica?” (2011); “Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo” (con A. Barbero, 2012); “Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma” (2014); “Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo” (2015); “Gli occhi della Gioconda” (2016).
Nel 2017 Piero Angela si è raccontato nel libro autobiografico “Il mio lungo viaggio”: “Ho sempre avuto reticenza a parlare di me, ora che mi avvicino ai novant’anni, comincio a pensare che sono stato testimone diretto di tanti eventi piccoli e grandi, e che forse alcuni di questi potevano interessare”, aveva raccontato. “Non è un libro di divulgazione scientifica, ma un racconto personale dedicato al pubblico che da tanti anni mi segue nel mio lavoro, spesso con vero affetto”. Ha raccontato le sue esperienze, il ‘dietro le quinte di oltre mezzo secolo di televisione. “Ma per la prima volta rispondo anche a certe domande che spesso mi vengono rivolte in occasione di incontri o conferenze, e che riguardano la mia vita, la mia formazione, gli inizi in Rai, il pianoforte, persino la mia infanzia. La musica – spiegava – è importante, ci sono tante forme di talento che si possono coltivare, bisogna trovare la chiave giusto sul viaggio che vogliamo percorrere o perlomeno tentare. Vedo tanti giovani disorientati, che hanno smesso di credere nei sogni, li capisco, è un periodo difficile. Ma anche la mia generazione non aveva nulla, non esisteva la parola ‘desidero questo, soprattutto non avevamo diritti. Non voglio fare discorsi qualunquistici, ogni epoca ha il suo momento buio, le nuove generazioni non devono mollare”. La passione di sapere e la voglia di scoprire – questa la sua eredità – possono portare molto lontano nella vita, e fare di chiunque una persona speciale. “Una delle prime occasioni di avvicinarmi alla scienza la ebbi quando mi regalarono l’Enciclopedia dei ragazzi, dieci bei volumi con un mobiletto contenitore. Il mio volume preferito, il più consunto, era quello dei Perché?. Probabilmente lì – amava raccontare – è nato il piacere di capire”.
Grande appassionato di jazz. Piero Angela raccontava che se non avesse fatto televisione avrebbe suonato il pianoforte: “Studiavo musica classica, frequentavo il Conservatorio e Torino era al centro di un fenomeno jazzistico all’avanguardia, merito di personaggi come Dick Mazzanti e Renato Germonio, veri pionieri del genere in Italia. I giovani erano Oscar Valdambrini, Franco Mondini, Cerri e Basso e insieme si andava a suonare in qualche cantina. Si faceva musica per pochi, soprattutto per noi stessi, il genere non era di grande presa in considerazione del fatto che la diffusione era praticamente nulla, solo qualche locale faceva esibire i vari Nini Rosso, Sergio Farinelli”.
Piero Angela e la moglie Margherita Pastore si sono conosciuti quando lui era ancora un pianista di jazz. “È stato un colpo di fulmine”, ha ricordato lui in una vecchia intervista. Dal matrimonio sono nati Christine, nata nel 1958, e Alberto Angela, classe 1962. Della famiglia del divulgatore scientifico conosciamo appunto il figlio Alberto, che con lui è stato autore del programma documentaristico Ulisse. E da qualche tempo è diventato noto anche il nipote Edoardo, che ha attirato l’attenzione dei social. Della moglie Margherita, invece, non si sa molto anche se a lei deve gran parte del suo successo. “Mia moglie mi ha aiutato molto. È più di metà del mio successo. Ha rinunciato alla carriera e portato pazienza per le mie assenze. Mi ha seguito in tutte le mie peregrinazioni. Ha tirato su due figli magnifici”, ha spiegato il divulgatore.
Prima di sposarsi, Margherita Pastore era una ballerina alla Scala di Milano, un lavoro che ha poi messo da parte. Le nozze sono arrivate nel 1955, ma il divulgatore ha confessato di non aver mai detto “ti amo” a sua moglie, affrettandosi poi a spiegare il perché: “Sono piemontese, anche se levigato da anni all’estero e a Roma. Nel nostro dialetto non esiste il verbo ‘amare’: usiamo il più contegnoso vorej bin, voler bene. E non esiste neppure la parola bacio: diciamo basin, bacino. Se vale, se questo mi ‘salva’, le ho detto tante volte: T’veuj bin, ti voglio bene”.
Il loro è stato un vero e proprio colpo di fulmine. “È stata la prima volta che ho avuto la scossa elettromagnetica”, ha dichiarato Piero Angela. Della sua vita privata e della moglie, Piero Angela aveva parlato nel corso di un’intervista al Corriere della Sera nel 2016: “Margherita si è occupata di tutto, io non ho fatto niente”. E anche sul palco del ‘Libri Come’, la Festa del Libro e della Lettura all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il giornalista aveva parlato di lei: “È qui in incognito. Non ha mai voluto essere fotografata. Mia moglie è stata una santa. Il nostro è stato un colpo di fulmine. Lei era una ragazza, faceva la danzatrice, quando ci siamo conosciuti e ha rinunciato alla carriera per venire con me a Parigi. Poi sono nati subito i figli. È stata una scelta di sacrificio. Ho avuto da lei la possibilità di fare cose che da solo non avrei fatto. Mi ha incoraggiato e criticato”.
La morte di Piero Angela lascia un enorme vuoto nel cuore di tutti gli italiani. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha diffuso una nota di cordoglio in cui esprime “grande dolore” per la scomparsa di Angela. “Ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia”, ha detto il Capo dello Stato, ricordando come il giornalista abbia “avvicinato fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza”. “Esprimo le mie condoglianze più sentite alla sua famiglia”, ha aggiunto Mattarella, “scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”.