Si fa sempre più serio il problema della pesta suina in Lombardia. Al momento sono circa 33mila i maiali abbattuti dalle autorità sanitarie in otto allevamenti intensivi raggiunti dal contagio, tutti in provincia di Pavia, ma il conto è destinato ad aumentare. E negli ultimi giorni l’epidemia si è avvicinata anche alle aree produttive di Brescia. Secondo gli esperti, inoltre, esiste un rischio molto elevato di nuovi focolai anche in altre regioni nei prossimi mesi.
Si intensificano di conseguenza i controlli da parte delle forze dell’ordine nelle zone più colpite per cercare di contenere i contagi. È bene specificare che questa malattia colpisce esclusivamente i suini e il virus non è in grado di compiere il salto di specie, dunque non può infettare l’uomo. Diciotto mesi dopo la sua prima comparsa tra Liguria e Piemonte, il virus della Peste Suina Africana ha colpito gli allevamenti intensivi della Lombardia, creando uno stato di emergenza nella regione e in tutto il settore suinicolo nazionale, con il rischio di danni e perdite per milioni di euro.
Ad oggi sono 172 i Comuni del Pavese dove sono vietate le movimentazioni di maiali, sia in ingresso che in uscita. Un’epidemia già da tempo annunciata. Eppure fa discutere il modo con cui si sono svolti nei giorni scorsi in alcuni casi gli abbattimenti di massa da parte delle autorità veterinarie di Pavia. La denuncia arriva dall’associazione Essere Animali, che ha filmato e diffuso le immagini cruente degli abbattimenti, sollevando seria preoccupazione per il trattamento riservato ai suini. L’associazione parla di centinaia di capi soppressi in “camere a gas”, tra atroci sofferenze. In particolare Essere Animali ha definito inadeguati i metodi di soppressione, parlando di procedure troppo lente, e violazioni delle regole per la biosicurezza.
Il Corriere della Sera ha contattato l’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Pavia, secondo la quale “gli animali coinvolti vengono storditi e abbattuti nel rispetto del Regolamento 1099/2009 – entrato in vigore nel 2013 – attraverso l’utilizzo di miscele gassose, di comprovata efficacia e approvate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare”. L’Ats di Pavia ha replicato anche che “il personale addetto all’abbattimento adotta tutti i provvedimenti necessari a evitare e ridurre al minimo dolori, ansia e sofferenza degli animali, tenendo conto delle migliori pratiche nel settore e dei metodi che il regolamento consente”.
Il blitz
Nella giornata di ieri, inoltre, Polizia e Azienda sanitaria hanno fatto irruzione al Rifugio Cuori Liberi di Sairano, in provincia di Pavia, per abbattere tutti i maiali, quelli contagiati da peste suina e quelli ancora sani. Da diversi giorni gli attivisti vigilavano sulla struttura per evitare l’abbattimento di una decina di maiali disposto da Ats Pavia. Sul posto sono arrivate una decina di camionette della polizia, con equipaggi antisommossa. Durante una carica tre animalisti sono rimasti lievemente feriti. Le associazioni chiedevano alle autorità di non dare esecuzione all’ordinanza di abbattimento prima dell’esito dell’udienza del TAR Lombardia fissata per esprimersi sul ricorso contro l’uccisione dei suini.
“Questi eventi sottolineano l’urgente necessità di una risposta politica efficace ed etica all’emergenza della PSA in Italia. Mentre il virus continua a diffondersi e l’industria suinicola è in pericolo, è essenziale trovare un equilibrio tra la protezione della salute pubblica, il benessere degli animali e la sostenibilità del settore. Gli sforzi per contenere la malattia devono essere accompagnati da misure compassionate e rispettose nei confronti degli animali e dai principi di giustizia sociale”, sottolineano le associazioni.