Persone scomparse, in Italia 60mila “invisibili”
Dall’inizio di quest’anno fino al 30 giugno in Italia sono state presentate 6.761 denunce per persone scomparse. La maggior parte viene poi ritrovata, ma una su quattro va a ingrossare un esercito di cosiddetti “invisibili”. Sono 60mila, infatti, i cittadini ancora da rintracciare da quando è attivo il sistema di allertamento. Dei 60mila circa 10mila sono italiani e 50mila stranieri.
I dati sono stati elaborati dall’ufficio del Commissario di governo per le persone scomparse sono stati ricordati al convegno “Persone scomparse: una sfida per le istituzioni” che si è tenuto oggi, martedì 26 novembre 2019, a Roma alla Sapienza.
Il fenomeno delle persone scomparse ha molti aspetti. Stando ai dati del Commissario di governo il 34 per cento delle denunce riguarda donne, il 54 per cento minorenni e circa la metà stranieri. Il 6 per cento delle denunce, 431 casi, riguardano anziani. Il 75 per cento allontanamenti volontari, lo 0,8 per cento è classificato come sottrazione da parte del coniuge, lo 0,4 per cento come possibile vittima di reato.
Il prefetto Giuliana Perrotta, Commissario straordinario per le persone scomparse, oggi ha sottolineato: “Alcuni scompaiono perché vogliono scomparire, altri sono vittime di reato, alcuni sono morti, tutti hanno bisogno di essere cercati”. E poi: “C’è un 25 per cento di casi che non si risolvono” e a oggi “sono 60.641 le persone da rintracciare”. Tra loro ci sono 40mila minori stranieri, le statistiche infatti sono ingrossate dalla mobilità dovuta alle migrazioni. Il prefetto ha spiegato inoltre che sono 918 i corpi cui dare un nome: “È di ieri l’identificazione del corpo di una donna scomparsa nel 2013”.