Massacrano di botte e rapinano un pensionato: due 22enni si scattano un selfie prima del colpo a casa sua
Due giovani di 22 anni hanno rapinato un pensionato 78enne dopo averlo brutalmente picchiato e dopo essersi scattati, in casa sua, un selfie. Non sono i protagonisti del film di un noto film di Kubrik ma due giovani ragazzi, Gian Marco Garau e Mirko Manca, entrambi 22enni, che hanno architettato la violenta rapina ai danni dell’anziano grazie alla mente di un 17enne. I fatti, risalenti allo scorso ottobre, si sono verificati a Piscinas, un piccolo comune della costa sud occidentale della Sardegna. I due ragazzi maggiorenni sono stati arrestati martedì scorso dai carabinieri della compagnia di Carbonia per rapina aggravata e lesioni, mentre il 17enne è stato affidato ad una casa famiglia.
I due esecutori materiali della rapina hanno agito da veri e propri criminali: si sono introdotti in casa del signor Pinuccio Uccheddu con passamontagna e guanti in lattice utilizzando un piede di porco per forzare la serratura e, dotati di lacci e nastro adesivo per immobilizzare la vittima, hanno atteso il pensionato comodamente sdraiati sul suo letto. Quando Occheddu, vedovo da pochi mesi, è rientrato in casa sua è stato sorpreso dai ragazzi che, afferrata una spranga, lo hanno legato e picchiato a sangue nonostante lui fosse inoffensivo e gli hanno rubato denaro, orologi e i gioielli della moglie recentemente scomparsa.
Ad attendere i rapinatori fuori l’abitazione, poi fuggiti su una Opel Corsa blu, il 17enne mente del colpo. Una volta rimasto solo il pensionato è riuscito a liberarsi e a far scattare l’allarme. Quando sono arrivati i soccorsi l’uomo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove i medici hanno riscontrato 12 costole rotte. Si è resa necessaria, per lui, l’asportazione della milza. Le indagini per rintracciare i responsabili sono partite nell’immediato e, fortunatamente, i carabinieri sono riusciti a fermare subito i due maggiorenni. Più tempo ha richiesto invece l’identificazione del minorenne, incastrato grazie alla testimonianza di un vicino di casa che lo ha sentito parlare al telefono e dire “siete entrati? Io sto scendo da Mirko”. Ad ogni modo, ad incastrare i giovani i selfie compromettenti rinvenuti sui cellulari sequestrati ai rapinatori e le immagini del sistema di videosorveglianza. Decisiva, infine, anche la testimonianza del pensionato: proprio il minorenne, infatti, prima della rapina era entrato in casa dell’uomo per vendere della carne e, uscendo dalla porta, lo aveva chiamato “zio Pino”, lo stesso nome usato dai rapinatori mentre il78enne veniva picchiato.
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