“Sono grato all’Italia per tutto quello che avete fatto per me dal primo giorno, tutti i media si sono concentrati sul mio caso e questo ha cambiato le sorti del mio caso, hanno parlato di me, tutti hanno avuto un ruolo importante. Io sono stato messo in prigione per un articolo sulla situazione del mio Paese, grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato”. Queste le parole di Patrick Zaki ospite ieri sera, 27 luglio 2023, a In Onda, il talk di La7.
L’attivista egiziano, che nei giorni scorsi ha ritirato la laurea all’Università di Bologna, come è noto è stato condannato il 18 luglio scorso ed è tornato libero il giorno successivo dopo la grazia ricevuta dal presidente Al Sisi. A In Onda Zaki ha parlato dei libri letti durante la detenzione in carcere in Egitto e che lo hanno aiutato: “La lettura è stata l’unica maniera per uscire dalla cella. Posso parlarvi di tanti libri ma oggi vi dico che ho letto sicuramente ‘Cecità’ che è un libro molto importante per me. Quando ero in prigione vedevo solo un colore, tutto bianco. Ho apprezzato il valore dei colori, a volte capiamo il valore delle cose solo quando le perdiamo”, le sue parole.
Dei mesi in carcere Zaki ha ricordato anche le lettere che riceveva dai bambini italiani delle scuole elementari: “Mi hanno davvero aiutato, grazie”. L’attivista ha poi detto nuovamente la sua sulla polemica per il volo di Stato rifiutato per venire in Italia dopo la grazia ottenuta in Egitto. “Come difensore dei diritti umani devo essere indipendente, devo essere trasparente, non devo prendere le parti di nessun partito. Anche quando sono stato rilasciato e ho sentito la bella notizia ho detto: ok, ma io voglio tenere trasparenza e indipendenza. Ecco perché ho detto di no. E poi anche i soldi che avrebbero pagato per questo volo sarebbero stati soldi dei cittadini italiani, delle tasse. Grazie per l’aiuto, l’ho sempre detto, ma in fin dei conti sono egiziano non voglio prendere i soldi da altra gente e dalle loro tasse. Non mi sentirei bene in qualità di umano e in qualità di difensore dei diritti umani dicendo una cosa e facendone un’altra”.