Il 7 dicembre si terrà a Mansura, in Egitto, la terza udienza per Patrick Zaki. Lo studente egiziano è detenuto dal 7 febbraio del 2020 ed è accusato di diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici.
Una sua legale ha annunciato che l’udienza servirà al suo pool di avvocati per presentare una memoria difensiva preparata sulla base dell’accesso agli atti ottenuto con la precedente seduta del processo, quella del 28 settembre scorso.
Il giudice monocratico della Corte della Sicurezza dello Stato dovrà decidere se aggiornare ancora l’udienza o pronunciare una sentenza di condanna o assoluzione che in entrambi i casi sarà inappellabile. All’udienza saranno presenti anche diplomatici italiani e, su richiesta dell’Ambasciata italiana, anche quelli di altri Paesi incaricati di monitorare il corretto svolgimento del processo.
Zaki, che ora ha 30 anni, è stato da poco trasferito dal carcere di Tora a quello di Mansura. Un suo amico ha rivelato che lo studente, arrivato a Mansura, è stato picchiato. L’informazione è stata però smentita dalla sorella di Zaki, Marise.
Il ragazzo lavorava come ricercatore all’Università di Bologna e fu arrestato appena arrivato al Cairo: era tornato nel suo paese per trascorrere un periodo di vacanze. In questi lunghi mesi di prigionia si sono susseguite molte manifestazioni a suo sostegno e tanti hanno lanciato appelli per la sua scarcerazione. Altre manifestazioni si terranno in tutta Italia il 7 dicembre, in concomitanza con il processo. Zaki collaborava con la ong egiziana Eipr e in uno degli articoli per il quale è stato incriminato denunciava le discriminazioni e i soprusi subiti dalla minoranza cristiana in Egitto, minoranza a cui lui stesso appartiene.