Patrick Zaki, lo studente in prigione in Egitto ormai da oltre un anno, torna a scrivere dal carcere. Questa volta invia un messaggio molto lucido e allo stesso tempo potente: “Combatterò finché non tornerò a studiare a Bologna. La mia indagine è ripresa, il che potrebbe significare che un giorno andrò in tribunale e avrò un processo e questo è molto peggio di quanto mi aspettassi. Dopo un anno e mezzo, non potevo fare a meno di pensare che avrò presto la mia libertà, ma ora è chiaro che non accadrà presto”. La lettera è stata pubblicata dalla pagina social Patrick Libero e consegnata alla famiglia durante una visita nel carcere egiziano di Tora dove lo studente 30enne dell’università italiana è detenuto. Il 14 luglio la sua custodia cautelare è stata prolungata di altri 45 giorni. Zaki è stato arrestato il 7 febbraio del 2020 con l’accusa di propaganda sovversiva su Internet. Secondo Amnesty International, Zaki rischia fino a 25 anni di carcere.
“Nei nostri sogni più selvaggi – scrive ancora lo studente – non avremmo mai potuto immaginare uno scenario come questo, da quando sono partito per Bologna abbiamo fatto tanti progetti, che tu venivi a trovarmi per girare l’Italia insieme. Mi rende estremamente triste che non potrà succedere, la mia situazione sta peggiorando di giorno in giorno”.
“È uno dei messaggi più importanti in questo ormai anno e mezzo di detenzione illegale. È un messaggio che non è stato frequente in questi 18 mesi, che guarda al futuro, che di nuovo pensa a Bologna come il punto in cui la vita di Patrick si è interrotta e dal quale vuole riprenderla. E’ di grande incoraggiamento per tutti noi, è il messaggio di una persona determinata a resistere fino a quando non tornerà nel luogo scelto per studiare e per vivere”, ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.