Passaporto sanitario vacanze: cosa è, perché è polemica tra Sardegna e Governo
L’Italia che si avvicina sempre di più al 3 giugno, giorno in cui si realizzerà la completa riapertura dopo il lockdown dovuto al Coronavirus con la possibilità di fare spostamenti anche da una Regione all’altra, si divide sul tema del passaporto sanitario per le vacanze. La riapertura totale del nostro Paese, infatti, coincide con l’inizio della stagione estiva e soprattutto le Regioni del Sud, che hanno avuto un andamento del contagio decisamente più controllato rispetto al Nord, temono che l’afflusso di turisti possa far precipitare nuovamente i cittadini nell’incubo del Covid-19.
Per questo motivo alcuni governatori, su tutti il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, hanno chiesto al Governo di adottare delle soluzioni affinché gli spostamenti per le vacanze siano controllati e garantiscano la tutela della salute di tutti i cittadini. Qualche giorno fa è stato lo stesso Solinas a fare la proposta del passaporto sanitario, un documento che certifichi che il turista in ingresso all’interno della Regione è negativo al Coronavirus e quindi non contagioso. La richiesta della Sardegna ha suscitato consensi da parte di altre Regioni del Sud (come la Sicilia, guidata da Nello Musumeci), ma anche grandi polemiche con il mondo scientifico e con l’esecutivo, con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia che ha bollato la richiesta come “incostituzionale“.
Ma cosa è il passaporto sanitario? E’ davvero possibile che venga reso davvero esecutivo? Con quale test? Ma soprattutto, serve a ridurre il rischio contagio? Vediamolo insieme.
Cosa è il passaporto sanitario: la proposta della Regione Sardegna
Il passaporto sanitario dovrebbe essere dunque un certificato medico, che al momento non esiste in Italia, rilasciato dalle aziende sanitarie. Il documento dovrebbe indicare quale è lo stato di salute di un cittadino e soprattutto affermare che la persona in questione è negativa al Coronavirus. Nella proposta della Sardegna, un cittadino potrebbe spostarsi da una regione all’altra e soggiornare durante le vacanze estive solo se in possesso del suddetto passaporto sanitario.
“Chiediamo che chi voglia prendere una nave o un aereo – ha detto il governatore sardo Solinas in questi giorni – presenti con la carta d’imbarco e il documento d’identità un certificato di tampone negativo rilasciato da un qualsiasi laboratorio abilitato non oltre sette giorni prima della data di partenza. Una volta arrivati in Sardegna, i passeggeri si dovranno sottoporre a un test rapido che eseguiremo negli scali, e poi scaricare la app che ci consenta di tracciare gli spostamenti e i contatti per circoscrivere sul nascere eventuali focolai ed evitare una nuova diffusione”.
Il costo del test, ha aggiunto il presidente della Regione, non sarà a carico del turista, ma “sarà rimborsato attraverso buoni da spendere durante la stessa vacanza per usufruire di alcuni servizi o per l’acquisto di prodotti locali”.
Il dilemma dei test: quale usare?
Passare dalla teoria alla pratica, tuttavia, non sembra così facile. Quale test utilizzare per assegnare poi a un cittadino il passaporto sanitario? Il test sierologico, che in queste settimane ha monopolizzato il dibattito pubblico riguardo alla sua affidabilità, non può essere la soluzione. Con il test sierologico, infatti, il cittadino scopre se ha sviluppato o meno gli anticorpi al Coronavirus. Dal test si sa dunque se si è entrati in contatto con il Covid-19 in tempi recenti o in passato (a seconda del tipo di anticorpo sviluppato), ma non arriva alcuna indicazione su una eventuale infezione ancora in atto. Resta poi il dubbio se, pur avendo sviluppato gli anticorpi, si è totalmente immuni alla malattia oppure no: non sono state sciolte completamente le riserve riguardo a questo tema. Per non parlare dei falsi negativi, che al momento sembrano moltissimi.
Sarebbe dunque necessario un tampone, per scoprire immediatamente se il cittadino in questione è infetto dal Coronavirus oppure no. Ma si sa, fin dall’inizio della pandemia, che in Italia è molto complicato fare questi test in modo immediato. I tempi sono molto diversi, a seconda della Regione, anche perché i famosi reagenti per i tamponi non sono disponibili ovunque. Con i tamponi, inoltre, si apre anche un altro discorso: il cittadino in questione può risultare negativo a un test effettuato oggi e poi ammalarsi tra due giorni, senza sapere di essere infetto. In questo caso, se ci fosse il passaporto sanitario, potrebbe andare in vacanza in un’altra Regione mettendo comunque a rischio la vita degli abitanti del posto.
La “terza via” indicata da Solinas, per non ricorrere ai tamponi oro-nasofaringei, è quella di un tampone salivare, molto più semplice e veloce, che però ancora non è validato in Italia. Al riguardo, sono in corso alcuni test di sperimentazione all’Università lombarda “Insubria”, ma il percorso si dovrebbe concludere solo in estate. Troppo tardi perché i tamponi salivari possano essere gli esami di riferimento per conseguire il passaporto sanitario.
Intervistato da SkyTg24 e sollecitato su questo argomento, il governatore Solinas non si è sbilanciato su quale test sia il più adatto per ottenere il passaporto sanitario, passando la palla al Governo: “Noi abbiamo semplicemente chiesto all’esecutivo una piccola cautela per garantire chi arriva in Sardegna e chi abita in Sardegna. Stiamo chiedendo di garantire a tutti i cittadini di poter fare un test che dia un certificato di negatività. Sarà poi l’autorità sanitaria a dirci quale è il test più valido”.
La risposta del ministro Boccia
Alla fine anche il ministro per gli Affari regionali Boccia si è pronunciato sul tema del passaporto sanitario: “Rileggete l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone”, ha detto durante l’audizione in Commissione federalismo fiscale della Camera. “Se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari – ha aggiunto Boccia – allora non ci sono”.
Non si è fatta attendere però la risposta di Solinas: “La nostra proposta è incostituzionale? Qui non si parla di libera circolazione delle persone, ma di bilanciare valori e interessi costituzionali a partire dalla salute pubblica. Se un cittadino è positivo, questa persona deve essere posta in quarantena o avere cure ospedaliere. Con il passaporto sanitario non limito la circolazione delle persone, ma garantisco che persone che hanno bisogno di isolamento o cure non arrivino in Sardegna determinando un potenziale pericolo per la salute pubblica”.
La polemica del sindaco di Milano Sala
Le polemiche attorno alla proposta del passaporto sanitario però non accennano a placarsi. Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Milano, Beppe Sala: “Il governatore ligure Giovanni Toti – ha dichiarato – dice che accoglierà a braccia aperte i milanesi. Altri, non li cito, dicono ‘magari se fanno una patente di immunità’. Parlo da cittadino, prima ancora che da sindaco: quando deciderò dove andare per un weekend o una vacanza, me ne ricorderò”.
Anche in questo caso, Solinas ha subito replicato: “Sala in materia di Coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia. Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività”. L’appuntamento, per l’eventuale decisione definitiva, è per venerdì 29 maggio, quando la proposta di passaporto sanitario per le vacanze verrà presentata in Conferenza Stato-Regioni. Ma le possibilità perché il certificato di negatività veda la luce sono davvero poche.
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