Livorno, parà trovato morto a Piombino
Il corpo senza vita del paracadutista Emanuele Vetere, 31 anni, di Vizzolo Predabissi (Milano), è stato ritrovato nella notte dai suoi colleghi del nono Reggimento d’assalto ‘Col Moschin’ sotto un traliccio a Piombino. L’ipotesi è che si sia trattato di un incidente di “base jumping”, sport estremo di cui il parà era appassionato e che praticava come hobby fuori servizio. Gli investigatori stanno indagando sulla dinamica della morte del 31enne per capire se si sia trattato di una caduta accidentale o un malfunzionamento del paracadute.
I magistrati e carabinieri stanno interrogando alcuni testimoni tra cui il militare, anche lui del nono battaglione di assalto della Brigata Folgore di Livorno, che ha trovato il corpo del collega e ha lanciato l’allarme. Quest’ultimo, insieme ad altri commilitoni, stava aspettando Emanuele Vetere a cena a Livorno, ma non vedendolo arrivare si è diretto verso Piombino per cercarlo. I compagni hanno ritrovato il luogo esatto dell’incidente grazie all’account Instagram di Vetere dove postava foto e video del base jumping. Il corpo del parà era sotto un traliccio dell’alta tensione alto 70 metri all’esterno dell’area recintata della ex centrale elettrica nella zona Perelli.
Il nono Reggimento d’assalto paracadutisti ‘Col Moschin’, al quale apparteneva il paracadutista morto, è il reparto di incursori (Tier 1) dell’Esercito Italiano, il più “anziano” tra i reparti di forze speciali dell’Italia. Il reparto è stato protagonista di numerose operazioni speciali ed antiterroristiche in tutto il mondo ed è l’unico ad aver partecipato a tutte le missioni militari all’estero dell’Esercito Italiano dal dopoguerra ad oggi.
I candidati al reparto vengono scelti attraverso un iter selettivo della durata di 21 giorni, presso il centro di addestramento BAI (Base Addestramento Incursori) di Pisa; successivamente vengono formati attraverso un lungo e durissimo ciclo di addestramento della durata di circa due anni.