Il papà di Nicola Tanturli, il bambino scomparso al Mugello: “Ora cambiamo vita”
“Uno shock del genere ti induce a pensare di cambiare vita”: sono le parole di Leonardo Tanturli, il papà di Nicola, il bambino scomparso, e poi fortunatamente ritrovato vivo in una scarpata, per oltre 30 ore nelle campagne del Mugello.
Intervistato da Il Messaggero, l’uomo, ancora provato per quello che è successo, si dice felice, ma al tempo stesso sottolinea che, dopo la paura, “Forse possiamo anche modificare qualcosa nella nostra vita”.
“È una grande gioia – afferma Leonardo Tanturli – Sono sollevato rispetto al terrore e alla disperazione che abbiamo provato martedì. Vorrei dire un grande grazie a chi ha collaborato alla ricerca. Una ricerca che ha permesso alla fine di trovare Nicola sano e salvo. I vicini, le forze dell’ordine, la protezione civile, tutto il paese che si è mobilitato per cercare mio figlio”.
L’uomo, poi, tenta di spiegare cosa è accaduto la sera in cui il figlio è scomparso: “Nicola era abituato a muoversi in campagna a differenza di altri bimbi che sono cresciuti in città. Chiaramente lo faceva assieme a noi. Da solo aveva camminato al massimo per poche decine di metri, rispetto a dove viviamo. Non capisco perché poi si sia spinto così lontano. Forse per paura del buio si è allontanato sempre di più e alla fine si è perso. È stato un trauma non ritrovarlo dentro casa”.
Leonardo racconta che quando il bimbo si è allontanato “Noi eravamo nell’orto a venti metri dall’abitazione. Eravamo vicini. Nicola, anziché venire dove stavamo noi, ha aperto la porta, da poco tempo riusciva ad arrivare alla maniglia, ed è andato nella direzione opposta. Senza chiamare nessuno. Altrimenti l’avremmo sentito. Poi si è infilato nei boschi e ha camminato. Il posto in cui è stato trovato dista oltre tre chilometri da qui”.
“Ci siamo resi conto che lui non era in casa – continua l’uomo – Lo abbiamo cercato. Speravamo non si fosse allontanato. Poi è montata la paura perché di lui non c’era traccia, ed è iniziata una prima ricerca. Una grossa mano l’hanno data i vicini. Poi il tutto si è esteso alle forze dell’ordine”.
L’uomo sottolinea anche che: “Uno shock del genere ti induce pensare” di cambiare vita. “Qui è comunque bello. Noi siamo apicultori e abbiamo degli orti”.
Sulle condizioni di Nicola, Leonardo rivela: “Adesso è all’ospedale Meyer di Firenze (il bambino nel frattempo è stato dimesso n.d.r.). Lo hanno trasportato in elicottero. Sta bene, immagino stiano facendo dei controlli più approfonditi. Aveva qualche graffio. La mia compagna è con lui, ha lasciato qui il cellulare. Dopo troveremo il modo di sentirci. Io l’ho trovato in forze in ambulanza, compatibilmente ad un periodo così lungo trascorso da solo, parliamo di 36 ore”.